I tre moschettieri – D’Artagnan, la recensione

Il film con Eva Green, Vincent Cassel e Louis Garrel è al cinema dal 6 aprile con Notorius Pictures

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I tre moschettieri - D'Artagnan

Il capolavoro della letteratura francese, “I tre moschettieri” di Alexandre Dumas, torna in un nuovo, colossale adattamento cinematografico. Eva Green, Vincent Cassel e Louis Garrel sono i protagonisti del primo dei due lungometraggi che completeranno il racconto. I tre moschettieri – D’Artagnan è diretto da Martin Bourboulon (Eiffel, Papa ou Maman e Papa ou Maman 2). François Civil (Wolf Call) è D’Artagnan, affiancato da Romain Duris nei panni di Aramis e Pio Marmaï in quelli di Porthos, mentre Vicky Krieps è la regina consorte Anna d’Austria. Il film è distribuito da Notorious Pictures a partire dal 6 aprile.

I tre moschettieri – D’Artagnan, il fatto

D’Artagnan, giovane e vivace guascone, viene dato per morto dopo aver cercato di salvare una ragazza da un rapimento. Quando arriva a Parigi, cerca in tutti i modi di scovare gli aggressori, ma non sa che la ricerca lo condurrà nel cuore di una vera e propria guerra destinata a mettere in gioco il futuro della Francia. Alleandosi con Athos, Porthos e Aramis, tre Moschettieri del Re, D’Artagnan affronterà le macchinazioni del Cardinale Richelieu. Ma, innamoratosi di Constance, la confidente della Regina, si metterà in serio pericolo guadagnandosi l’inimicizia di colei che diventerà il suo peggior nemico: Milady.

I tre moschettieri – D’Artagnan, l’opinione

Ogni generazione ha avuto il suo racconto sui tre Moschettieri e su D’Artagnan e oggi tocca al francese Martin Bourboulon riportare sullo schermo i personaggi creati da Alexandre Dumas nel 1844, resi celebri nei secoli anche da decine di film più o meno riusciti. Qui il regista può contare su un eccellente cast e su una sceneggiatura impeccabile per rileggere le avventure dei mitici spadaccini di Francia coniugando la più classica delle avventure di cappa e spada, la più universale delle storie di lealtà e tradimento, con una buona dose di modernità, che si traduce anche in una più complessa costruzione dei personaggi femminili di Milady, Constance e della regina Anna d’Austria. Il senso dell’umorismo corre leggero e si resta col fiato sospeso in ogni momento del film, che nel suo perfetto intreccio narrativo non soffre di cadute di tensione, né di déjà-vu. Il finale aperto ci invita ad attendere nei prossimi mesi la seconda parte di questa bilogia, che si chiamerà I tre moschettieri – Milady.

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Altri film sui Moschettieri, come quelli di Paul W.S. Anderson, Stephen Herek, Richard Lester, Peter Hyams, Allan Dwan.

RASSEGNA PANORAMICA
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