Icaros: A Vision, il ritorno del cinema alternativo e spirituale degli anni ’70

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Icaros: A Vision

Id., Peru, USA, 2016 Regia Leonor Caraballo e Matteo Norzi Interpreti Ana Cecilia Stieglitz, Filippo Timi, Arturo Izquierdo Distribuzione Lab 80 Film Durata 1h e 24′

In sala dal 12 aprile

Ammalata e praticamente senza possibilità di guarigione, Angelina si reca nel cuore dell’Amazzonia. Là, nella fattoria “Anaconda cosmica”, sotto la cura di una sciamano, assume dosi massicce di ayahuasca, chiamata anche “la liana del morto”, “una pianta molto gelosa” che provoca allucinazioni (“puoi passare dal sogno alla realtà senza uscire dal sogno”), sperando di trovare così una improbabile cura. Tra i ricoverati (i “passeggeri”, come vengono chiamati) e l’amicizia con un apprendista curandero che sta perdendo la vista, la donna vivrà un’esperienza totalizzante oltre i confini del nostro comune senso quotidiano.

Icaros: A Vision
Icaros: A Vision

“Se ti metti ad ascoltare tutto quello che senti nella selva cosa ascolti?”. A questa domanda ad esempio il povero attore Leonardo, lì per guarire da una invalidante forma di balbuzie, non sa rispondere, ma Angelina (il nome è un omaggio ad Angelina Jolie) forse alla fine sì. Perché il segreto delle piante è che esse sanno cantare, sanno comunicare e gli icaros cui allude il titolo altro non sono che canzoni magiche provenienti dal mondo vegetale con poteri curativi. Tra narrazione tradizionale e tanti inserti psichedelici, in cui il documentario si mescola al disegno animato, la computer grafica all’immagine di una natura magnificamente superiore e indifferente, Icaros è, come si legge nei titoli, non un film, ma una visione, che la video artista argentina Leonor Caraballo (scomparsa alla fine delle riprese, in effetti il film si basa sulla sua personale esperienza) e il collega italo uruguaiano Matteo Norzi realizzano con più di un riferimento ideale al cinema alternativo e spirituale che dagli anni ’70, come un fiume carsico, ogni tanto riemerge nelle sale (aggiungiamo che alla sceneggiatura ha collaborato anche il marito di Leonor, Abou Farman, qui anche coproduttore).

Icaros: A Vision
Icaros: A Vision

Le visioni si illuminano di immagini suggestive e la filosofia che le guida è più curativa delle virtù della pianta stessa: un modo di vita semplice, da comunità non invadente, a contatto e rispetto totale delle leggi della natura che comunque vanno a sposarsi senza stridere con quelle della scienza e della tecnologia più avanzata. E alla fine del viaggio, la ricompensa sarà data dalla sconfitta del “susto”, della paura! Egualmente, ecco un cinema in cui gli artifizi tecnici, artigianali o elettronici, convivono con una ricercata aderenza alla primitività dei sentimenti dell’animo. In effetti, una curiosa avventura della mente ed esperienza di vita cui si sono prestati anche due professionisti come Ana Cecilia Stieglitz (Mozart in the Jungle) e Filippo Timi, “costretto” a curarsi mangiando le formiche ma che non si perde mai di animo. Curiosità, le riprese sono state effettuate a Iquitos, là dove Herzog girò Fitzcarraldo (che viene anche in qualche modo citato).