IO SONO MATEUSZ

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Life Feels Good Polonia, 2013 Regia Maciej Pieprzyca Interpreti Dawid Ogrodnik, Kamil Tkacz, Akradiusz Jakubik, Katarzyna Zawadzka, Anna Nehrebecka, Dorota Kolak Sceneggiatura Maciej Pieprzyca Produzione Tramway Film Studio Distribuzione Draka Durata 1h e 47’ Vai al sito ufficiale

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12 marzo

Sin da piccolo, Mateusz è stato considerato un caso disperato. Colpito da paralisi cerebrale, bloccato nei movimenti (si trascina sulla schiena con scatti spastici), incapace di parlare o di esprimere i suoi eventuali pensieri e bisogni: per i medici è niente più che un vegetale. Per la madre, il padre, il fratello minore ( la sorella invece recalcitra) non è così o comunque non importa, lo amano, gli parlano, lo accudiscono. Con il commento fuori campo in prima persona dello stesso Mateusz, 25 anni di vita combattuta – tra casa e clinica – per cercare di comunicare.

Dalla Polonia una storia vera (alla fine sui titoli di coda vedremo Mateusz come è oggi in realtà) di un calvario quasi insostenibile, a nostra edificazione (ricordate Il mio piede sinistro di Jim Sheridan?). Cinema del dolore? Ricattatorio? Sicuramente l’autore Maciej Pieprzyca ci va giù pesante con i sentimenti canaglia (il continuo bisogno frustrato di farsi comprendere, il desiderio sessuale, la cattiveria di alcuni e l’altruismo di altri) e la performance del protagonista Dawid Ogrodnik (recita anche in Ida) è impressionante per sforzo fisico e intensità (analoga a quella di Daniel Day Lewis). Tutto ovviamente è costruito melodrammaticamente sul fatidico momento in cui lui riuscirà a comunicare qualcosa di intellegibile (e sfido chiunque a trattenere la lacrima nel momento clou), mentre al commento di Mateusz e alla scansione in capitoli è affidato l’incarico di alleggerire i carichi con humour (compresi i commenti sulla storia della Polonia) e letteratura (al contrario la cinepresa spesso a mano simula la presa diretta e l’immediatezza drammatica della autenticità). Al percorso previsto del riscatto dall’handicap e dal pregiudizio rivissuti in flashback, si innesta poi a un certo punto anche una interessante vicenda secondaria, quello dell’assistente volontaria Magda (la splendida Katarzyna Zawadzka) che, mentre instaura un rapporto forte e persino erotico con un Mateusz ridotto in condizioni terribili, lo manipola per un personale conto in sospeso con la sua famiglia. Una derivazione avvincente e imprevedibile, ma di cui non conosceremo mai gli sviluppi. Tutto parte da e arriva a Mateusz, una persona, non un vegetale. 3 i premi al festival di Montreal del 2013.

Massimo Lastrucci