“La Befana vien di notte” con Paola Cortellesi, quando la comedy si mescola al grottesco ipercolorato

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La Befana vien di notte

La Befana vien di notte
Regia:
Michele Soavi Interpreti: Paola Cortellesi, Stefano Fresi, Fausto Sciarappa, Diego Delpiano, Odette Adado Distribuzione: Universal Pictures e Lucky Red Durata: 1h e 38′

In sala il 27 dicembre 2018

LA STORIA

“….Con le scarpe tutte rotte” recita la filastrocca “La Befana vien di notte”. Solo che quella che sfreccia in groppa a una scopa di saggina tra le vallate dell’Alto Adige ha delle unghie smaltatissime di rosso che fuoriescono da calza e scarpacce. Perché anche la Befana ha una sua vita, tutti i giorni. Anzi, vive da secoli una sua doppia vita. Se di notte si trasforma in vecchia malvestita con enorme naso pisciainbocca, di giorno è la leggiadra maestrina Paola, buona ma all’occorrenza severa insegnante e anche innamorata, per quanto la situazione lo renda possibile, di un collega che la vorrebbe pure sposare. Senonché 25 anni prima, la buona strega ha fatto un torto al piccolo paffuto Giovanni Ravasio (“Merda! Ho dimenticato un bambino!”) che ora, ricchissimo ed extralarge industriale giocattolaio autoribattezzatosi Mr Johnny, ha un solo scopo nella vita: vendicarsi, catturarla e distruggerla.

https://www.youtube.com/watch?v=kKdJWk5sk_o

L’OPINIONE

Non è usuale cogliere nella nostra produzione nazionale i segni di una progettualità che vada oltre Chiasso (come si diceva una volta). Uno dei pregi di questa commedia fantastica a cui non fanno difetto idee e neppure qualche soldo ben investito in trucchi ed effetti speciali, è proprio quello di pensare a un pubblico internazionale, pur mantenendosi fedele a quelle che sono certe tradizioni nostrane.

La Befana vien di notte, regia di Michele Soavi, direttore della fotografia Nicola Pecorini; con Paola Cortellesi (Befana) e Stefano Fresi (Mr Johnny).

Così se il gruppo di ragazzini eterogeneo e multirazziale che salverà l’insegnante-befana ricorda tanto le compagnie adolescenziali hollywoodiane alla Goonies, nondimeno i loro riferimenti sono decisamente più italiani; così se i cattivi rimandano un po’ alle atmosfere stile Toys e Willy Wonka, nondimeno Johnny e Paola “sparano” battutine spesso romane. Michele Soavi che è cinematograficamente nato nell’horror post argentiano (Deliria, La chiesa, La setta) ha lavorato anche alla corte di Terry Gilliam (Munchausen) e se ne è ben ricordato in questo caso, dove la comedy si mescola al grottesco ipercolorato senza rinunciare a tocchi di sadismo terrificante (vedi il macchinario che stritola in cui sono imprigionati i ragazzini). Insomma, la sceneggiatura è strutturata con cura e i personaggi volutamente citano un immaginario anni ’80: Nicola Guaglianone (Lo chiamavano Jeeg Robot e Indivisibili) anche qui si conferma penna arguta e professionale, così come arguti e professionali sono i due protagonisti.

Paola Cortellesi
Paola Cortellesi

Paola Cortellesi, di grande maturità espressiva, passa agevolmente senza scricchiolii dal comico al sentimentale al sarcastico (come quando rivela la sua rivalità con Babbo Natale: “Lui è testimonial della bibita più famosa del mondo, a me non hanno proposto neanche un lassativo!”) e Stefano Fresi, caratterista di sapida presenza sa essere all’occorrenza anche cantante di simpatiche canzoni (“Mister Johnny canta e sai perché, la Befana più non c’è”).