“LA RAGAZZA DEL TRENO”: LA RECENSIONE

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“Non sono più la ragazza di una volta”: così si autocommisera Rachel Watson, divorziata male, spesso ubriaca e attualmente ospitata da una comprensiva amica che ignora anche del suo licenziamento. Ogni mattina però non rinuncia a recarsi in treno nella metropoli, anche per osservare la sua ex casa (marito, nuova compagna e figlia inclusi) e quella dei vicini, dove si diverte a immaginare una vita felice per la affascinante e sconosciuta coppia che vi abita. Almeno finché non vede la donna abbracciata a un altro uomo e poi, dopo qualche giorno, svanire nel nulla. Convinta di sapere qualche cosa di fondamentale, interferirà pesantemente nelle indagini.

Come dice di lei la polizia, Rachel è “alcolizzata, forse mentalmente instabile”. Anzi, come le viene urlato in faccia: “sei una patetica bugiarda senza una vita!”. Eppure sarà proprio lei, in questo noir sprofondato nel mondo della piccola-media borghesia, a trovare la soluzione dell’enigma con delitto, seppure alla sua maniera, cioè sbilenca e deformata da alcool, rabbia e sensi di colpa. Da un trascinante best seller editoriale di Paula Hawkins (Piemme edizioni), una attesa versione su schermo, traslocata dall’uggiosa periferia londinese ai sobborghi di New York, che tutto sommato non deluderà (almeno non del tutto) i suoi fans. Perché Tate Taylor è un regista forse non trascendentale (anche se The Help, ha riscosso nel 2011 un certo entusiasmo, sin eccessivo), ma sa cosa pretendere dagli attori e soprattutto sa come costruire l’atmosfera adatta -malinconica e autunnale- allo stile di una crime-story popolata da mediocri e vittime. Proprio come la protagonista, Emily Blunt (a proposito: la scrittrice pensava piuttosto a Michelle Williams per il ruolo), che qui recita in una veste dimessa e decisamente non affascinante, proprio come il resto del cast, che comprende invece anche dei tipi dal glamour garantito (altrove) come Justin Theroux, Luke Evans, Haley Bennett, Rebecca Ferguson, però qui intenzionati soprattutto a “fare gli attori”.