MAGIC IN THE MOONLIGHT

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id., Usa, 2014 Regia Woody Allen Interpreti Colin Forth, Emma Stone, Marcia Gay Harden Sceneggiatura Woody Allen Produzione Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Edward Walson Distribuzione Warner Durata 1h e 37′

In sala dal 

4 dicembre

La magia è sempre stata una passione per Woody Allen, basti pensare che da bambino amava stupire amici e parenti con i suoi giochi di prestigiatore che imparava chiuso nella sua stanzetta. E in fondo il mestiere del regista non è tanto diverso da quello dell’illusionista, che convince il pubblico a credere a qualcosa che non esiste. E se già in La maledizione dello scorpione di giada, Scoop e Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni illusionisti, maghi da avanspettacolo e veggenti erano l’incarnazione di irrazionali ma comprensibili pulsioni umane, in quest’ultimo film la magia diventa la lente attraverso la quale osservare il mistero della vita e del cuore umano che si fa spesso beffa della ragione.

Nel Sud della Francia, alla fine degli anni Venti, Stanley (Colin Firth), illusionista inglese che si nasconde sotto gli abiti di scena dell’acclamatissimo mago Wei Ling Soo, viene chiamato da un suo vecchio amico perché smascheri la truffa perpetrata ai danni di una ricca vedova e del suo romantico figliolo da parte di una giovane americana (Emma Stone), medium dai poteri divinatori piuttosto sorprendenti. Per Stanley, che conosce ogni trucco, dovrebbe essere un gioco da ragazzi incastrare la ragazza, eppure la magia della vita e dei sentimenti sembra prendere il sopravvento dimostrando che non c’è sempre una risposta per tutto. Non che Allen rinunci allo scetticismo e al disincanto che lo hanno sempre contraddistinto, intendiamoci, per lui la vita resta sempre una ridicola tragedia. Eppure questa volta come mai prima d’ora sembra ammettere che in fondo non c’è niente di male a lasciarsi andare, perché l’amore sarà pure un inganno ma ci rende la vita assai migliore. Basta che funzioni.

Alessandra De Luca