IL FATTO
Simba e Nala affidano la loro figlia Kiara in custodia a Timon, Pumba e il mistico mandrillo Rafiki. Quest’ultimo, per tenerle compagnia, decide di raccontare alla piccola la storia di suo nonno, Mufasa. Cominciano così i fatti del prequel, che vedono un giovane Mufasa perdere di vista la propria famiglia in seguito ad una fortissima alluvione mentre si trovavano in viaggio verso Milele, una terra promessa in cui c’è acqua e cibo in abbondanza per tutti. Rimasto solo e in pericolo di vita, Mufasa viene salvato da un altro giovane leone, Taka (futuro Scar), e adottato dalla sua famiglia, composta dalla compassionevole Regina Eshe e il disprezzante capo leone Obasi. Obasi non vuole avere niente a che fare con Mufasa e lo tratta con durezza, la stessa riservata al figlio Taka, che vuole solo istruire a diventare Re. Taka e Mufasa crescono come fratelli, si spalleggiano e si vogliono bene, finché le loro vite (e quelle di tutto il regno) non saranno messe in pericolo dall’arrivo di un minaccioso leone bianco, Kiros, e dal suo branco, gli Emarginati. La caccia si rivelerà un’odissea nella quale Taka e Mufasa, insieme alla leonessa Sarabi e l’uccello Zazu, metteranno a dura prova il loro legame e scriveranno i loro destino.
LEGGI ANCHE: Mufasa: Il Re Leone, tutte le voci italiane, da Luca Marinelli a Elodie
L’OPINIONE
1 miliardo e 662 milioni è stata la mastodontica cifra incassata nel 2019 dal live-action de Il re leone diretto da Jon Favreau. Un’operazione generalmente apprezzata (anche se in parte contestata), al termine della quale Disney, numeri alla mano, ha deciso di mettere subito in moto un sequel/prequel. E quale migliore occasione se non l’origin story di uno dei villain più celebri dell’animazione? Sì perché Mufasa è tanto un film sul padre di Simba quanto su suo zio, Scar e sull’origine della sua malvagità. Che forse non sarebbe neppure mai esplosa se i loro destini non si fossero incrociati.
La predestinazione, non a caso, è il tema portante di questo bel prequel affidato alle mani di Barry Jenkins, regista premio Oscar che difficilmente avremmo imaginato di veder accostato ad un titolo Disney. E nemmeno lui, come ha raccontato nel corso di un incontro con la stampa italiana, tanto che inizialmente aveva rifiutato di leggere la sceneggiatura, se non fosse stato per la sua compagna. Impossibile, poi, resistere al richiamo della savana e di un film che ha segnato la storia. «Moonlight mi ha fruttato un Oscar ed era un piccolo film con un cuore enorme, Mufasa è un film enorme e il mio compito era dargli anche un cuore enorme» ha raccontato in esclusiva a Ciak Jenkins, che infatti si è trovato perfettamente a suo agio nel raccontare una storia non così lontana dalle storie che ha amato raccontare fino adesso, da Moonlight a Se la strada potesse parlare.
Storie di grande umanità e di anime in cerca della propria strada, proprio come Mufasa e Taka, due personaggi che scopriamo essere complementari più di quanto pensassimo. Solennemente biblici, un po’ come Caino e Abele, in un gioco che alterna l’inadeguatezza dell’eterno secondo e la fermezza di chi nasce già coraggiosamente re. E la cosa forse più bella di questo Mufasa: Il Re Leone è che riesce a farti immedesimare in entrambi, provare empatia per i sogni infranti di Taka/Scar e la sua invidia, che vediamo crescere e che viviamo insieme a lui, fino all’inevitabile scontro finale ricco di richiami al primo Re Leone. Con il quale, va detto, purtroppo non condivide un briciolo della potenza della colonna sonora, forse la più grande delusione di questo Mufasa, macchiato da canzoni decisamente poco incisive e dimenticabili, nonostante l’impegno del quotatissimo compositore Lin-Manuel Miranda, ormai di casa alla Disney.
Visivamente ammaliante e tecnicamente molto valido, Mufasa è il titolo in grado di coinvolgere il più largo pubblico delle festività natalizie, con una visione in sala stra consigliata per goderne immagini, colori e suoni. Che alla fine ci riportano sempre lì. Nella commozione del cerchio della vita. E se avete animali pelosi a casa, non vedrete l’ora di tornare ad abbracciarli.
SE VI È PIACIUTO MUFASA: IL RE LEONE GUARDATE ANCHE…
Ovviamente l’originale animato del 1994 e il successivo remake, il già citato Il re leone di Jon Favreau,