NOI E LA GIULIA

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Id. Italia, 2015 Regia Edoardo Leo Interpreti Edoardo Leo, Luca Argentero, Claudio Amendola, Stefano Fresi, Anna Foglietta, Carlo Buccirosso Sceneggiatura Marco Bonini, Edoardo Leo Produzione Warner Bros Entertainment Italia, Italian International Film Distribuzione Warner Bros Italia Durata 1h e 55′

In sala dal 

19 febbraio

Quattro quarantenni falliti o senza prospettive più una ragazza scombiccherata incinta si mettono in testa di aprire un agriturismo in Campania. A dar loro una mano anche un camorrista di piccolo cabotaggio e un africano che coltiva un orto. Ma la camorra, quella cattiva, non farà sconti: o pagheranno il pizzo o dovranno chiudere.

Edoardo Leo è un nome che si è fatto strada nella nuova (che è poi simile alla vecchia) commedia italiana, mediatore simpatico tra la romanità più caricaturizzata e la comedy più adulta e strutturata. La sua predilezione sono evidentemente le storie collettive con un gruppo scalcagnato che trova nelle circostanze almeno un senso di amicizia e di solidarietà. Questo sia come attore (i freschi ed educatamente mordaci La mossa del pinguino e Smetto quando voglio) che come regista (Buongiorno papà e ora Noi e la Giulia). Dal romanzo di Fabio Bartolomei Giulia 1300 e altri miracoli (edizioni e/o), il racconto di un’impresa buffa più agganciata alla favola di quel che si vorrebbe/dovrebbe che non a un quadro sociale-antropologico cui pure aspira. Le battute a volte sono deboline, a volte persino telefonate e sono richieste al pubblico tanta partecipazione ed empatia per riuscire a far scivolare, senza farsi notare, le forzature delle situazioni, ora incredibili ora impossibili. In più, ogni tanto partono dei commentoni sul poetico/filosofico della digeribilità del mattone. Però, d’altro lato, ci sono sei attori che lavorano davvero molto bene, un amalgama riuscito di personalità diverse, caratterizzate ognuna con misura e in armonia del contesto. E se Leo (attore), Argentero, Foglietta e Fresi vanno perciò complimentati, Amendola nei panni di un comunista sopravvissuto e decisionista sino al manesco e Buccirosso in quelle di un camorrista quasi suo malgrado vanno oltre e si superano, lavorando di tempi e nei piccoli dettagli come dei mattatori “scafati”. Per cui, in sede di giudizio mi abbandono alla schizofrenia, dando due stelle alla storia e un tre abbondante al cast artistico.

Massimo Lastrucci