NON C’È 2 SENZA TE

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Italia, 2015 Regia Massimo Cappelli Interpreti Fabio Troiano, Dino Abbrescia, Belén Rodrìguez, Tosca D’Aquino, Samuel Troiano, Cristina Serafini Sceneggiatura Massimo Capelli, Fabio Troiano Produzione Massimiliano Leone, Valentina Di Giuseppe Distribuzione M2 Pictures Durata 1h e 35′

In sala dal 

5 febbraio

Coppia da anni felice quella formata dal designer di interni Moreno e il casalingo Alfonso, una festosa e amorosa unione gay che disturba non poco la vicina (siamo tra eleganti ville sulle colline sovrastanti Torino) signora Carpasso. Insomma, la normalità più serena. Almeno finché non arrivano due fatti a sconvolgere radicalmente il tran tran: il nipotino di Alfonso, Niccolò, che dovrà vivere lì per un po’ di mese (e come si farà a nascondere l’unione?) e soprattutto l’imprevedibile sbandata di Moreno per un cliente. Anzi: una cliente, ovvero la professoressa di spagnolo Laura di recente sfidanzata. Uh, che male fa la gelosia!

Ribaltando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia: l’amore – che è sempre “normale” – vince su tutto. «Si deve recuperare la capacità di raccontare con la risata i fatti salienti della crescita culturale del paese », proclama il regista Massimo Cappelli (Il giorno più bello). E per farlo forza i toni della commedia birbante e sentimentale verso la farsa, Troiano e Abbrescia checcheggiano senza freni (più che Serrault in Il vizietto) e, magari con intenzione ironica e moraleggiante, le battutone si sprecano («Due frullati antiossidanti, a lei (Belen) mirtillo a lui (Troiano) finocchio »). Passato l’annichilimento, si finisce col provare simpatia per il fine dichiarato; Abbrescia (che è ottimo commediante) sa anche lavorare di fino, sia quando cede al dialettale sia quando fa l’isterico, mentre Troiano ci sembra un po’ più in difficoltà nei toni caricaturali (in quanto a Belen Rodriguez, diciamo che fa presenza). Meno tollerabili sono invece le slabbrature della sceneggiatura, tutta compressa (o abborracciata) a creare la situazione buffa a tutti i costi con relativa perdita dei minimi requisiti richiesti per la credibilità (improbabili folgorazioni sulla via della omosessualità urlate ai quattro venti, coincidenze incredibili, buonismo e luoghi comunissimi -e questi non inseriti per ironizzarci sopra).

Massimo Lastrucci