“SAUSAGE PARTY”: LA RECENSIONE

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Le merci (ovvero: i cibi) del supermarket non vedono l’ora di essere acquistate da quelli che chiamano “gli dei”. Pensano che aldilà delle porte scorrevoli si spalanchi il Paradiso. Come dice il pane arabo Lavash: “ci sono 77 bottiglie di olio extravergine che mi aspettano”. Per la salsiccia Frank e la formosa Brenda (che è poi un panino) sarà il coronamento del loro amore (“prego perché gli dei uniscano i nostri pacchetti”). Senonché qualcuno comincia a mormorare che in realtà si tratta di una favola, perché “gli dei” sono al contrario dei mostri che uccidono in vari spaventosi modi per cucinarseli e mangiarseli. Qual è la verità?

Attenzione: benché cartoon super colorato, con i personaggi leziosamente plasticosi (e tecnicamente impeccabile), Sausage Party non è un film per bambini e/o famiglie. Al contrario, esattamente come le menti che lo hanno concepito, i famosi Seth Rogen, Jonah Hill ed Evan Goldberg, si tratta di uno sboccato divertimento per adulti/giovanotti dal cuore molto ragazzino e goliardico. Ma oltre alle battute allegramente sconce, alle improvvise pieghe horror (quando si vedono i cibi prede degli umani in cucina è “roba forte”, da splatter puro), alla parodia di e tra i generi (orecchio alle musiche dell’inno al futuro iniziale, pura operetta in stile Broadway), c’è un vento libertario e laico che soffia ovunque, nella trama e nelle forme del racconto.

Qui ci si droga e soprattutto si fa molto sesso, in tutte le maniere disinvolte che l’eros contemporaneo immagina, con gioia e anche con un proditorio senso di provocazione (cosa non si fanno il bagel ebreo con il già nominato panino arabo, il taco messicano lesbica, la coppia protagonista – da soli, in coppia o in multipla compagnia – qui non si può dire, provate con  l’immaginazione). Tra i personaggi di contorno, clamoroso il geniale chewingum (usato?) color rosa shocking, rattrappito su una seggiolina a rotelle che va a pile, evidente omaggio-citazione-caricatura di Stephen Hawking. Imponente il cast delle voci: oltre ai citati soggettisti/coproduttori, vi lavorano Edward Norton, Michael Cera, James Franco (e come poteva mancare?), Salma Hayek, Kristen Wiig. La regia è firmata da Greg Tierman (Thomas & Friends) e  Conrad Vernon (Shrek 2, Mostri contro alieni, Madagascar 3). Se ci si sintonizza sulla lunghezza d’onda anarco-demenziale degli autori ci si diverte (e molto), altrimenti ci si può anche irritare e persino scandalizzare.