SCUSATE SE ESISTO!

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Italia, 2014 Regia Riccardo Milani Interpreti Paola Cortellesi, Raoul Bova Sceneggiatura Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi, Riccardo Milani Produzione Italian International Film, RAI Cinema Distribuzione 01 Durata 1h e 46′ www.tinyurl.com/l7fx726

In sala dal

20 novembre

Architetta di Anversa (no, non quella nelle Fiandre, quella arroccata tra le montagne d’Abruzzo!) con esperienza formativa a Londra, Serena Bruno prova a riciclarsi finalmente tornando in Italia. Ad attenderla a Roma però c’è solo frustrazione, un monolocale piccolo in un sottotetto e un lavoro occasionale come cameriera, peraltro nel ristorante del palestrato e cool Francesco. Lei si imbambola solo a guardarlo, lui, divorziato e padre, pare proprio l’uomo giusto senonché si rivela ottimo amico sì, ma anche un gay scatenato stile “Il vizietto”. Ma sarà proprio lui a cui rivolgersi quando, per vincere un concorso di riqualificazione urbana del quartiere del Corviale, dovrà fingersi di essere la segretaria dell’architetto Bruno Serena, firmatario del progetto. Perché Francesco ha anche il fisico giusto per interpretare quello che tutti si aspettano debba essere un brillante progettista in una società classista: affascinante, moderno e soprattutto maschio.

Commedia su sostrato di alcuni dei drammatici problemi che stanno facendo dell’Italia una nazione impantanata, “Scusate se esisto!” ha tanti motivi per muovere simpatia, a partire dalla protagonista Paola Cortellesi, che è poi la compagna del regista Riccardo Milani. Qui, cofirmataria di soggetto e copione, giganteggia e cavalca la scena dall’inizio alla fine, lasciando a un Bova in splendida forma fisica la compiacente parte di spalla, così come a un resto del cast spesso sapidamente abbozzato (a partire da Ennio Fantastichini e Lunetta Savino). A scricchiolare è semmai la trama (quindi colpa della sceneggiatura) che si sviluppa a corrente alternata, pencolando tra luogocomunismo, denuncia indignata e sprazzi di pochade di pura comicità (dove sprizza il meglio). La sensazione è che si sia voluto metterci troppo nell’ora e 46 della durata (ci stanno anche le love story multiple, un rapporto padre e figlio da recuperare, i parenti buzzurri e vivacissimi, una convivenza buffa e complicata) e che il bravo (davvero, una carriera mai scadente la sua) Milani (che qui mostra anche un certo gusto per virtuosismi da regia comedy) potrebbe in futuro trarne una serie tv a più puntate, con personaggi e situazioni più sviluppate e quindi più riuscita e ancor più accattivante. Del resto lui è uno di quelli che la sanno fare veramente bene, vedi “Una grande famiglia” o “Volare”.

Massimo Lastrucci