SELMA – LA STRADA PER LA LIBERTÀ

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Selma Usa, 2014 Regia Ava DuVernay Interpreti David Oyelowo, Carmen Ejogo, Tim Roth, Oprah Winfrey, Cuba Gooding Jr., Giovanni Ribisi, Tom Wilkinson Sceneggiatura Paul Webb Produzione Christian Colson, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Oprah Winfrey Distribuzione Notorious Durata 2h e 8’ Vai al sito ufficiale

In sala dal 

12 febbraio

Corre da Selma a Montgomery la “strada per la libertà”. Una strada lunga un’ottantina di chilometri che unisce le due città dell’Alabama, assurta a simbolo della lotta per l’affermazione dei diritti civili degli afro-americani, guidati in tre marce di protesta nel marzo di 50 anni fa da Martin Luther King Jr. Il film candidato all’Oscar della 42enne Ava DuVernay, qui al suo terzo lungometraggio, ripercorre quel pezzo di storia e la battaglia, le lacrime e il sangue, contro le disuguaglianze e le ingiustizie sociali che, anche se assenti sulla carta, di fatto ancora impedivano ai “nigros”, con mille espedienti, violenze e umiliazioni, la possibilità di esprimere liberamente e democraticamente le proprie preferenze politiche. Una battaglia che alla fine ha portato alla discussione e all’approvazione – nell’agosto del 1965 – del Voting Rights Act, sotto la presidenza di Lindon Johnson.

Non pensate però a Selma come a un’epica in stile 12 anni schiavo o a un biopic agiografico su Martin Luther King, interpretato da un magnifico David Oyelowo, capace di rendere tutte le diverse “sfumature” del personaggio. Perché la pellicola è un film corale, a basso tasso di retorica, supportato da un cast eccellente (Tom Wilkinson nei panni del presidente Johnson, Tim Roth in quelli del perfido governatore Wallace, mentre Carmen Ejogo è una tormentata Coretta Scott King). Selma ci mostra le diverse anime all’interno del movimento dei neri, le inquietudini di un leader messo sotto pressione dagli oppositori interni e dall’FBI (che ha cercato di attaccarlo anche sul piano personale mettendo in giro voci sulle sue presunte relazioni extraconiugali), i giochi perversi del potere, la diplomazia e il ruolo dei media, centrale per portare all’attenzione dell’opinione pubblica il problema dei neri e favorire il successo del movimento del reverendo King.

Magistrali le sequenze, spesso rallentate per scelta stilistica, dei pestaggi e violenze sui manifestanti inermi e disarmati a opera della polizia, in particolare quella – sulle note della struggente Walk with me di Martha Bass – della tristemente famosa “domenica di sangue” del 7 marzo 1965, data della prima marcia di protesta non autorizzata, trasmessa e commentata in diretta Tv per scuotere le coscienze sopite degli americani. Alla luce dei recenti fatti di cronaca Usa, Selma acquista importanza non solo per documentare  e comprendere quanto sia stato fatto nella lotta contro il razzismo e i diritti delle minoranze, ma anche quanto resti ancora da fare. E da evitare.

Sergio Lorizio