ST. VINCENT

0

id. Usa, 2014 Regia Theodore Melfi Interpreti Bill Murray, Jaeden Lieberher, Melissa McCarthy, Naomi Watts Sceneggiatura Theodore Melfi Produzione Theodore Melfi, Fred Roos, Peter Chernin, Jenno Topping Distribuzione Eagle Durata 1h e 42′

In sala dal 

18 dicembre

Burbero, caustico, ubriacone, scorretto, frequentatore di prostitute russe incinte, scommettitore: l’anziano Vincent non è quello che si potrebbe definire un tipo rispettabile o amabile (in effetti sul suo spirito si è accanito il destino in vari spiacevoli modi). Se ne accorgono subito i nuovi vicini, un’obesa radiologa che sta divorziando da un marito carogna e con figlioletto a carico. Le circostanze porteranno vecchio e bambino a frequentarsi e clamorosamente dall’unione verrà, se non la forza, almeno un mutuo soccorso alle rispettive sfighe.

Sembra uno di quei ruoli costruiti su misura, parliamo dei Settanta e rotti, per Walter Matthau e poi per Nicholson (che infatti era il primo nome papabile del progetto): un impossibile bisbetico dal cuore meno arido dell’esibito, perfetto per instaurare un rapporto umoristico e virile con un cucciolo d’uomo timoroso e sveglio che si esprime (con autoironia) come un soldatino. Insomma, una commedia super oliata (infatti le note informano che St. Vincent è stato inserito praticamente da subito nella lista delle sceneggiature più calde e appetitose). L’autore, l’emergente Theodor Melphi (Winding Roads, 1999 più qualche corto in curriculum) lo ha imbastito come un delicato quadro agrodolce vintage e metropolitano (Brooklyn), condito da una vivace soundtrack, con personaggi briosi e vivaci (c’è il più arguto prete cattolico mai apparso su schermo) e il sentimentale lasciato giustamente sulla soglia pronto a irrompere. Murray si conferma un autentico signore della recitazione a combustione lenta, domina la scena con totale padronanza dei controtempi e delle battute, almeno la nomination agli Oscar dovrebbe andargli di diritto. Proiettato in anteprima al festival di Toronto è arrivato ai primi posti tra le preferenze del pubblico, peraltro superato da The Imitation Game.

Massimo Lastrucci