Arriva direttamente in streaming su Apple TV+ The Beanie Bubble, il film diretto a quattro mani da Kristin Gore e Damian Kulash e ispirato a fatti realmente accaduti, nonché a una delle più grandi follie speculative che hanno attraversato la cultura americana negli anni ’90.
IL FATTO
Si comincia con uno spettacolare incidente stradale: un camion con rimorchio si ribalta e dal portellone posteriore fuoriescono centinaia di animaletti di peluche. A quel punto c’è il delirio: gli automobilisti di passaggio inchiodano, lanciandosi sui peluche e ingaggiando furibonde lotte per accaparrarsene il maggior numero possibile. È il culmine di una delle più folli bolle economiche mai scatenate negli anni ’90: quella dei beanie baby, pupazzi di peluche che, grazie a un’abile campagna di marketing, diventano sopravalutati pezzi da collezione. Dietro questo fenomeno c’è Ty Warner (Zach Galifianakis), un venditore di giocattoli frustrato che, grazie alla collaborazione di tre donne, crea la più grande mania di giocattoli della storia. Tutto comincia nel 1983 a Chicago, con l’incontro tra Ty Warner e Robbie Jones (Elizabeth Banks), che avviano insieme l’attività. Dieci anni dopo entrano in scena anche Sheila Harper (Sarah Snook) e la studentessa universitaria di 17 anni Maya Kumar (Geraldine Viswanathan), la Ty Inc. espande esponenzialmente i profitti, ma bugie e tradimenti offuscano il sogno.

L’OPINIONE
Tratto da una storia vera e basato sul libro inchiesta The Great Beanie Baby Bubble: Mass Delusion and the Dark Side of Cute (Penguin, 2015) di Zac Bissonnette, il film segna il debutto alla regia della coppia formata da Kristin Gore e Damian Kulash Jr., già sceneggiatrice e produttrice lei, musicista e leader della band alt-rock OK Go (di cui dirige anche i videoclip) lui. Arricchita da un abile montaggio cronologicamente circolare, la narrazione poggia sulle spettacolari performance dei protagonisti: Zalifianakis (quasi irriconoscibile senza barba) giganteggia nell’incarnare un bastardo senza limiti e le tre donne che ne forgiano il destino sono liberate dalle costrizioni in cui lui tenta d’ingabbiarle, ricevendo dagli autori e dalle loro straordinarie interpreti il meritato spazio e riconoscimento.
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Foxcatcher – Una storia americana (2014) di Bennett Miller, di cui Kristin Gore è stata produttrice associata e dove John Eleuthère du Pont, interpretato da Steve Carell, condivide aspetti caratteriali del Ty Warner di Zalifianakis.