THE CONJURING – IL CASO ENFIELD

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Sei anni dopo gli spaventi della casa infestata di Amityville, a Long Island (raccontati in decine di film e telefilm, senza contare quelli più o meno loro ispirati), ovvero nel 1977, i coniugi Warren, detectives assai chiacchierati del paranormale, sono chiamati aldiqua dell’oceano, nel sobborgo londinese di Enfield. Anche lì una famiglia (madre separata più quattro figli) sembra essere diventata vittima di una presenza terrificante che si accanisce specialmente sull’undicenne Janet. Ma i fenomeni soprannaturali che si manifestano sono veri o si tratta di una giovanissima millantatrice in cerca di attenzione?

Da fatti realmente accaduti e molto rimaneggiati dalla sceneggiatura (tra l’altro fu tratta anche una miniserie tv), il dinamico James Wan (solo psycho thriller, action e horror in curriculum, da Saw e Insidious a Fast and Furious 7) ha tratto il sequel delle avventure degli investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren (ancora interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga), mentre già si annuncia uno spin-off sulla orribile suora-demonio babau di questo secondo capitolo.

L’ambientazione anni ’70 (si entra nella capitale britannica al ritmo di London Calling dei Clash) produce un curioso effetto vintage anche nel racconto (con la tavoletta Ouija, i giocattoli d’epoca che si accendono da soli, proto-telecomandi che si spostano nel salotto, più un’agghiacciante performance di Wilson che imita Elvis schitarrando e cantando Can’t Help Falling in Love), prima di esplodere nel finalone adrenalinico. Discreto, anche se onestamente viene da dire che se c’è un genere ormai rassicurante “a tutti gli effetti” questi è proprio l’horror, quartiere frequentatissimo da scettici che si sbagliano, ragazzine possedute, esperti del soprannaturale pieni di fede, mamme palpitanti e demoni che proprio non vogliono dire come si chiamano.