The Dark and the Wicked è la quarta regia di Bryan Bertino, regista statunitense che aveva esordito dietro la macchina da presa con l’ottimo The Strangers (2008), storia di una coppia assediata da tre misteriosi personaggi. Una casa, una famiglia e un malefico intruso. Elementi basilari per costruire una storia che racconta, come sempre dovrebbe accadere nel genere, cose molto diverse dall’apparenza.
The Dark and the Wicked, storia di una famiglia
Una fattoria nel cuore del Texas. Una donna che accudisce il marito in fin di vita e manda avanti gli affari. Lo fa da sola, non vuole che i due figli vengano ad aiutarla. Quando fratello e sorella si presentano a casa, decisi a non lasciare sola la donna, si accorgono che c’è qualcosa che non va. La situazione precipita immediatamente ed entrambi si accorgeranno di trovarsi di fronte a un nemico oscuro e potentissimo.
Una storia di possessione demoniaca, costruita con atmosfere cupe e inquietanti, una cura eccezionale della traccia sonora, inquadrature composte con equilibrio e raffinatezza, con un uso della profondità di campo molto intelligente. Ma naturalmente la presenza del Maligno nella fattoria è una scusa per parlare d’altro. Il male, quello vero, è l’istituzione stessa della famiglia, che costringe i protagonisti di questa storia a una convivenza forzata e dolorosa che si trasformerà in una vera e propria discesa negli inferi.
Bertino attacca le basi dell’America
La spina dorsale del paese, le solide famiglie di campagna che hanno nutrito il paese, contribuendolo a farlo diventare grande. E contemporaneamente la chiesa, istituzione ipocrita e volutamente terroristica che si infiltra come un cancro nel tessuto sociale. Tutto questo lo racconta mantenendo un livello di tensione altissimo e costante, aiutato anche dalla coppia protagonista, soprattutto la bravissima Marin Ireland, già vista in The Irishman e nel magnifico e da riscoprire Hell or High Water.
Presentato prima alla Berlinale 2020 e poi al Torino Film Festival, oltre che nei festival di settore più importanti come Fantasia e Sitges, The Dark and the Wicked è uno dei migliori horror degli ultimi anni, cosa non da poco in un genere che sta vivendo un periodo di grande vitalità produttiva, ma soprattutto creativa, tornando alla sua primaria funzione di cinema politico.