Tito e gli alieni, la fanta-favola con Valerio Mastandrea nell’Area 51

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Tito e gli alieni

Italia, 2017 Regia Paola Randi Interpreti Valerio Mastandrea, Clémence Poésy, Luca Esposito, Chiara Stella Riccio, Miguel Herrera, John Keogh, Gianfelice Imparato 
Distribuzione Lucky Red Durata 1h e 32′

Al cinema dal 7 giugno 2018

LA STORIA – Con la scusa di un progetto segreto finanziato nientemeno che dagli Usa, un professore italiano si isola dal mondo per vivere in un camper più tenda in una zona del Nevada, accanto alla misteriosa Area 51. Dovrebbe captare eventuali messaggi dallo spazio, in realtà sta ancora elaborando il lutto della scomparsa della moglie, anzi addirittura pensa di poterla in qualche modo ritrovare con l’aiuto delle sua stravaganti apparecchiature (“cerca la voce della moglie tra i suoni dell’universo” spiega la regista). Unico legame con “gli altri umani” è Stella, pimpante organizzatrice di matrimoni per turisti e ufologi vari. Unico? Almeno sino a quando non arrivano direttamente da Napoli i figli del fratello Fidel, ora morto, che li ha affidati proprio a lui. Il problema è che i vispi nipotini Anita e Tito pensano di arrivare nella rutilante Las Vegas, non in quella sorta di baraccopoli per naufraghi dell’esistenza.

L’OPINIONE – “Dov’ è Lady Gaga?” chiede Anita mentre l’impacciato, malinconico e trasandato scienziato si arrabatta per inserire senza traumi nel suo tran tran quotidiano due caldissimi ragazzini che più napoletani non si può. Alla sua seconda regia dopo Into Paradiso (2010), Paola Randi compie una piccola magia, usa la fantascienza per addentrarsi in una intima storia di elaborazione di lutto e usa la commedia per infilarsi a suo modo progressivamente in una sorta di fantafavola, gentile e umanista, che ricorda vagamente certo cinema americano degli ’80 per capirsi, con effetti “a vista” e molto humour. Certo la manforte è data dalla felice alchimia che nasce tra Mastandrea (un attore che riesce a rendere “facile” qualsiasi ruolo) e i due ragazzini, Chiara Stella Riccio e Luca Esposito, vivaci e spontanei senza strafare. “Il cinema è intrinsecamente nostalgico, indissolubilmente legato alla memoria” riflette Paola Randi e non si può che darle ragione, godendo questo piccolo e delicato gioiellino girato tra il Nevada, Las Vegas e l’iberica Almeria e che ha ricevuto applausi a Torino e premi al Bari International Film Festival (regia e all’interpretazione di Mastandrea).