IL FATTO
Richard Williams (Smith) è il padre/manager delle due campionesse di tennis Venus e Serena, sul cui talento aveva scommesso addirittura prima della loro nascita. Due anni prima che venissero al mondo infatti Richard aveva stilato un dettagliato piano di 78 pagine, seguendo il quale era sicuro che le figlie sarebbero diventate campionesse. Il film, diretto da Reinaldo Marcus Green (Monsters and Men) su sceneggiatura di Zach Baylin (ha scritto anche Creed III, che uscirà alla fine del 2022), ripercorre la parte della vita di quest’uomo dedicata alla formazione delle figlie, bambine vogliose di giocare a tennis che sono diventate due delle atlete più dotate di tutti i tempi e hanno cambiato quello sport per sempre.
L’OPINIONE
Il punto di forza di questa agiografica ricostruzione dell’ossessione di un uomo verso il successo delle figlie è nella straordinaria interpretazione che ne dà Will Smith, che si è imbolsito e appesantito pur di incarnarne al meglio la fisicità tutt’altro che atletica. Secondo l’attore «in realtà Richard Williams non ha spinto le figlie, non era un padre come immaginiamo, il genitore prepotente che sta forzando le figlie. Richard Williams non ha fatto così: Venus diceva che il suo era un “trucco mentale Jedi”, perché erano loro che volevano a tutti i costi giocare a tennis e lui doveva trattenerle». Questione di punti di vista: un padre del genere a noi sembrerebbe un incubo, così come il film, avvincente fino un certo punto, mostra poi segni di stanchezza narrativa, allentando l’interesse dello spettatore che, pur apprezzando il realismo degli scambi sotto rete delle ragazze, preferirebbe la messa in scena delle loro ansie da prestazione.
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Tra i film sul tennis rimane insuperabile Borg McEnroe (2017) di Janus Metz, con Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf a incarnare mirabilmente le turbe emotive dei due campioni rivali, poi diventati grandi amici.
