Visti al Torino Film Festival: “Seven Sisters”, Noomi Rapace si fa in sette

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Gran Bretagna, 2017 Regia Tommy Wirkola Interpreti Noomi Rapace, Willem Dafoe, Glenn Close, Robert Wagner, Marwan Kenzari, Jeppe Beck Laursen, Pål Sverre Valheim Hagen Distribuzione Koch Media Durata 2h e 4’

Al cinema dal 30 novembre 2017

IL FATTO – In un gran brutto futuro, la sovrappopolazione impone drastiche misure. Si impone una sorta di legge del figlio unico, eventuali fratelli vengono consegnati a una Agenzia guidata da Nicolette Cayman (!!!) e criogenizzati. Ma un nonno si ribella al dovere di scegliere e nasconde, cresce ed educa le sue sette nipotine, tutte gemelle. Ognuna porta il nome di un giorno della settimana e tutte, quando usciranno a turno, dovranno “indossare” l’unica identità di Karen Settman. Ma un giorno Lunedì scompare. Che le sarà successo?

L’OPINIONE – Da un spunto brillante assai – un copione scritto da Max Botkin e che molti volevano realizzare – Tommy Wirkola, quello dello spigliato e “rozzo” Hansel e Gretel cacciatori di streghe, ha tratto un film di fanta-action interamente girato in Romania che coniuga la serietà del tema a una trama progressivamente più vorticosa e fracassona. Soprattutto ha scelto di cambiare, dello script di partenza (che era inserito in una speciale Black List delle sceneggiature più interessanti non ancora portate sullo schermo), il sesso dei magnifici sette. Da maschi sono diventati femmine, con il volto e la diversa pettinatura di Noomi Rapace, che oltre a essere peculiarmente fotogenica sa esprimere varie emozioni con buona ecletticità. Va detto che se lo spunto è molto intelligente e la cattiva interpretata molto bene da Glenn Clouse spende più volte parole di buon senso e lungimiranza, la rozzezza di certe trovate fa sorridere quando non storcere il naso.

Ogni gemella si caratterizza per una qualità precisa (come il taglio dei capelli suggerisce), gli scontri sulla carta impari si trasformano a volte in spettacolari occasioni di vittoria (caso e prontezza di riflessi aiutano), la suspence è quantomeno telefonata e noi è come se a un certo punto potessimo tranquillamente saltare i capitoli e andare al termine del film, certi di sapere cosa succederà e persino come (questo non del tutto, in verità). Quindi di questa produzione Netflix il consiglio è di riflettere magari sul tema, sul terribile conflitto morale ed etico che pone (che peraltro fu trattato in maniera più agghiacciantemente geniale in titoli come 2022 i sopravvissuti di Fleischer, da Largo! Largo! di Harry Harrison), e poi scivolare serenamente su una storia dal ritmo progressivamente accelerato e comunque mai del tutto sgradevole, corriva o sgangherata.

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