WARCRAFT

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Il pacifico regno di Azeroth governato dal saggio re Llane e da sua moglie, sorella del valoroso guerriero Lothar, custodito dal potente mago Medivh, è sull’orlo della guerra e la sua civiltà deve affrontare una temibile stirpe di invasori: i guerrieri orchi guidati dal feroce Gul’dan, in fuga dalla loro terra agonizzante e intenti a colonizzarne un’altra. Di fronte all’apertura del portale che collega i due mondi, un esercito subisce la distruzione, mentre l’altro rischia l’estinzione. Da fronti opposti, due eroi si scontrano in un conflitto che deciderà il destino delle loro famiglie, del loro popolo e della loro terra.

Co-sceneggiato e diretto da Duncan Jones che si era fatto notare per la raffinatezza e l’originalità dei suoi precedenti Moon e Source Code, Warcraft segna l’inizio di una nuova saga fantasy e fortemente allegorica  su guerra e sacrificio, potere e ideali, tradimento e lealtà. È subito evidente che le vittime di una sanguinosa guerra, solo all’inizio, sono entrambi i popoli che si fronteggiano appena i portali mettono in comunicazione due mondi diversi e lontani. L’origine del male, che si fa sostanza in un potentissimo magico fluido verde, che succhia la vita di altri esseri viventi, che contagia e corrompe come una vera pandemia, sta nei leader, spirituali e non, dei rispettivi schieramenti, negli uomini più potenti, accecati dalla voglia di distruggere e conquistare, divorati dalla propria stessa brama di dominio. Per resistere al lato oscuro della forza ci vuole tanta buona volontà, solidi principi e dirittura morale, altrimenti basta che la peste verde ci sfiori ed è finita. L’allegoria che rimanda ai dittatori di ieri e di oggi è lampante, così come non mancano riferimenti alla Bibbia (il figlioletto dell’Orco leader del clan dei Lupi Bianchi, che si oppone allo spietato progetto di Gul’dan, viene affidato in una culla alle acque di un fiume, come Mosè). Lo scontro tra orchi e umani mette in gioco anche le ambigue regole della ragion di stato, dei compromessi politici non privi di conseguenze, delle astuzie che deve osservare chi è chiamato a governare un popolo

Diciamo subito che l’inizio non è tra i più scorrevoli, nella prima mezz’ora, per chi non è avvezzo al “mondo Warcraft” (un mondo che raccoglie una impressionante moltitudine di utenti), la confusione regna sovrana. Poco a poco però Jones, che aveva evidentemente l’esigenza di mettere tutte le forze campo nella prima puntata, trova la sua strada attraverso il bombardamento visivo, delineando i personaggi con sufficiente forza e tracciando un percorso narrativo più chiaro. Niente di nuovo, intendiamoci, le dinamiche tra i personaggi e gli snodi della storia sono tutti assai prevedibili. Ma il risultato non è malvagio, e ci incoraggia ad attendere qualcosa di più appassionante nelle puntate successive.