What Do We See When We Look At The Sky? – Recensione – Pesaro 57, concorso

Ultimo film in concorso al Pesaro Film Festival, il secondo lungometraggio di Alexandre Koberidze (già a Berlino 2021 e distribuito da MUBI) è una love-story surreale tra sortilegi, cinema e mondiali di calcio

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What Do We See When We Look At The Sky

Tra i titoli più attesi della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema – Pesaro Film Festival, What Do We See When We Look At The Sky?, secondo lungometraggio di Alexandre Koberidze, ha chiuso venerdì 25 giugno la sezione in concorso della 57esima edizione. Meno fluviale del precedente Let The Summer Never Come Again (2017, quasi quattro ore di durata), il nuovo lavoro del filmmaker georgiano è stato comunque, con le sue due ore e mezza, il titolo più lungo di un festival dove ha gareggiato accanto a corti di appena dieci minuti. Tanto che, nel presentare il film (già in competizione alla Berlinale 2021 e di prossima distribuzione su MUBI), il regista ha ringraziato il pubblico per aver donato «la cosa più preziosa, il loro tempo». Ma il tempo che passa è anche, non a caso, uno dei temi chiave di questa love-story decisamente atipica.

Lisa (Ani Karseladze) e Giorgi (Giorgi Bochorishvili), farmacista lei e calciatore lui, si incontrano e reincontrano casualmente nella città georgiana di Kutaisi, finché non decidono di darsi ufficialmente appuntamento per il giorno successivo. Ma lo stesso destino che misteriosamente li ha fatti incontrare inizia d’un tratto a cospirare per dividerli: al risveglio, i due si ritrovano, ciascuno all’insaputa dell’altro, con sembianze diverse, dunque impossibilitati a riconoscersi. Privati anche dei loro precedenti lavori (lui ha perso il talento nel pallone, lei le nozioni di medicina), trovano entrambi un impiego nel bar dove si erano dati appuntamento, ognuno in attesa che l’altro si manifesti, senza sapere che stanno trascorrendo insieme le rispettive nuove vite.

Che si tratti di una fiaba lo confermano le musiche trasognate e fluttuanti di Giorgi Koberidze e la voce del narratore che segue l’intera parabola e media costantemente tra questa e lo spettatore, sostituendosi talvolta ai dialoghi e riassumendo interi brani di film. Gli eventi drammaticamente (e romanticamente) salienti sono tenuti fuori campo o narrati secondo prospettive anomale (si vedano i primi incontri tra i due protagonisti, con la macchina da presa che inquadra solo gambe e piedi). Ai piani ravvicinati sui volti e corpi degli amanti sono preferiti i campi lunghi e lunghissimi, anche (e soprattutto) perché l’amore di cui si sta parlando riguarda l’intera città e chi la popola: bambini che giocano a calcio galvanizzati dai Mondiali (sulle note di Notti magiche di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato), cani randagi che si dividono su dove seguire la partita, anziani che ricordano il passato, una troupe cinematografica che coinvolge i protagonisti nel suo film.

Le divagazioni dello sguardo di Koberidze (anche sceneggiatore e montatore) sono perciò soltanto apparenti: l’amore di coppia contrastato dal malocchio sta per i piccoli grandi sogni, delusioni, desideri che ci coinvolgono tutti, ancora e malgrado i «tempi brutali» di cui l’(auto)ironico narratore non fa mistero. Quello del regista continua ad essere un cinema dove le grandi realtà di cui si parla (la guerra nel precedente lungometraggio, l’amore in questo) ci parlano dalle «periferie visive» dell’inquadratura, evitando il pericolo dei luoghi comuni e universalizzando la portata delle vicende.

Ed è senz’altro l’aspetto più affascinante di un film a tratti ridondante e non sempre all’altezza dei suoi guizzi più sorprendenti (la sequenza della “metamorfosi” di Lisa, in cui si chiede al pubblico di chiudere e riaprire gli occhi). E dove però il (sur)realismo magico con cui mostra e trasfigura il (suo e nostro) mondo schiude momenti di originale poesia. Trasportando con sé un vento di ottimismo non ingenuo di cui, forse, oggi c’è bisogno.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
what-do-we-see-when-we-look-at-the-sky-recensione-pesaro-57-concorsoTra i titoli più attesi della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema – Pesaro Film Festival, What Do We See When We Look At The Sky?, secondo lungometraggio di Alexandre Koberidze, ha chiuso venerdì 25 giugno la sezione in concorso della 57esima edizione. Meno fluviale...