Bad Luck Banging or Loony Porn – L’ipocrisia dell’osceno

A sorpresa vince la 71esima Berlinale Bad Luck Banging or Loony Porn del rumeno Radu Jude che punta il dito contro i pregiudizi della società

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Non era affatto scontato che un film provocatorio e incendiario come Bad Luck Banging or Loony Porn conquistasse la giuria della 71esima Berlinale. E invece a sorpresa il film del rumeno Radu Jude ha conquistato l’Orso d’oro con il suo audace mix di irriverente umorismo e linguaggio non convenzionale, utilizzati per condannare i pregiudizi e l’ipocrisia della nostra società.

La storia ruota intorno a Emi, una professoressa che rischia di vedere la propria reputazione distrutta dopo che un video amatoriale porno, realizzato insieme al marito, finisce per sbaglio in rete. Centrato sul tema dell’oscenità, il film è diviso in tre parti: la prima, che ha iniziato proprio con il video porno incriminato e che nessuno spazio lascia all’immaginazione, si concentra sulle preoccupazioni di Emi che tenta di cancellare quelle immagini da Internet sperando che non diventino virali.

Nella terza la donna è invece al centro di un processo scolastico, impegnata a lottare contro chi vorrebbe licenziarla e a difendere il diritto a una libertà, quella in camera da letto, che nessun danno arreca alla propria reputazione, né a quella della scuola. Una difesa, che culmina con tre possibili finali, l’ultimo dei quali fulminante, e che viene preceduta, nella seconda parte del film, da una rassegna documentaristica di tutte le oscenità di cui la Romania si è macchiata in tempi recenti come in passato, un elenco di crimini di fronte ai quali un video porno diventa un giochetto da educande.

«La cosiddetta oscenità dei porno – ha commentato il regista – non è nulla se paragonata a quella che ci circonda ogni giorno e alla quale non facciamo più neanche attenzione. Il film è nato dopo lunghe discussioni con i miei amici su un argomento apparentemente triviale, ma che, scatenando reazioni così dure, dice molto delle contraddizioni della realtà in cui viviamo».

Costretto anche per ragioni economiche a girare durante la pandemia, il regista ha deciso di tutelare troupe e attori facendo indossare le mascherine a tutti, anche durante le riprese, così che il Covid-19 è entrato necessariamente a far parte della storia.