Il teatro al lavoro e L’unica lezione, al cinema l’arte di Toni Servillo e Abbas Kiarostami

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Due film in uno, per entrare negli affascinanti meccanismi della scena e del cinema: Il teatro al lavoro di Massimiliano Pacific ie il cortometraggio L’unica lezione di Peter Marcias, già presentati alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia alle Giornate degli Autori, sono distribuiti come “film unico” dal 6 dicembre per Kio Film. L’11 dicembre, però, saranno presentati anche a Milano, al cinema Mexico, in un evento in collaborazione con Ciak che vedrà sul palco la presenza dei registi e di Toni Servillo.

Tra Toni Servillo e Abbas Kiarostami

Due opere di Massimiliano Pacifico e Peter Marcias riunite in un’unica proiezione dalla Kio. La prima è praticamente un sintetico diario di bordo della preparazione, prove teatrali e riflessioni dei protagonisti di Elvira, dello spettacolo che l’attore e regista Toni Servillo ha tratto dalle lezioni (sette) di Louis Jouvet (uno dei maestri dell’arte della recitazione) a Brigitte Jacques sul monologo di Elvira nell’atto quattro del Don Giovanni di Molière, poi raccolte dall’attrice in un prezioso libro. Si parte dalla scelte dei giovani interpreti che affiancheranno Servillo: Petra Valentini, Francesco Marino, Davide Cirri. Poi li si segue nelle prove a Venezia, e quindi in varie tappe della tournée (tra cui Milano con visita di Carla Fracci) che ha la sua “naturale” apoteosi a Parigi, proprio nel teatro che fu del magistrale Jouvet (tra gli spettatori anche Roberto Benigni).

Il secondo invece è un corto che nasce da alcune riprese “pirata” che Marcias fece ad Abbas Kiarostami all’università di Cagliari nel 2001 durante una lezione di cinema. Queste brevi riprese vengono inserite nella storia di Kurosh, studente iraniano al primo giorno di università fortemente in crisi di identità (“preferirei essere chiamato Riccardo, Kurosh è un po’ troppo iraniano per me”). Le parole di un orafo del suo paese, le poesie e le parole del cineasta, gli faranno probabilmente cambiare idea.

Due lezioni sul fascino della parola

Cosa unisce due opere così apparentemente distanti per struttura e contenuti? La risposta è (a parte che sono state entrambe presentate congiuntamente a Venezia, alle Giornate degli Autori): si tratta di due lezioni di due grandissime personalità dello spettacolo, sulla fascinazione della parola. Che penetranti i consigli e le riflessioni generali che Toni Servillo fa, citando magari il suo collega Jouvet: “Recitare è l’arte di smuovere la propria sensibilità. Smuoverla per cercare nuove strade, nuove voci, nuovi punti di partenza”! O ancora: il gioco degli attori, della protagonista Petra sarà quello di “perdersi dentro Elvira e ritornare ritrovandosi. Si tratta di rendere l’avventura umana di persone alle prese con un testo in quel particolare momento storico” (siamo sotto l’occupazione francese da parte dei tedeschi). Se amate quello stranissimo meccanismo che è il teatro, luogo di finzione totale da cui scaturisce (se funziona) una verità, lo troverete interessantissimo (e, se potete, recuperate l’opera che è ancora in tournée sulle ribalte italiane).

Il corto del sardo Marcias (Ma la Spagna non era cattolica?, Dimmi che destino avrò, Tutte le storie di Piera) è invece più contenuta, anche nella durata. Mescola in sobrio e luminoso bianco e nero un lavoro concepito quasi come complemento del suo anno di insegnamento di regia all’Università di Cagliari con le parole del maestro (scomparso nel 2016). Dichiarazioni semplici e luminose come la sua poesia: “ci sono cose che tutti i cineasti hanno bisogno: vedere se gli interlocutori sono riusciti a interagire con il film o no”.