Michael Douglas ricorda suo padre Kirk: “Era straordinario, non credo che riuscirò mai a eguagliarlo come attore”

L'attore, intervistato da Repubblica, ha raccontato alcuni aneddoti del suo passato e ha anche rivelato qualche dettaglio sul suo futuro

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WEST HOLLYWOOD, CA - FEBRUARY 26: Actors Michael Douglas and Kirk Douglas arriveat the 2012 Vanity Fair Oscar Party hosted by Graydon Carter at Sunset Tower on February 26, 2012 in West Hollywood, California. (Photo by Mark Sullivan/WireImage)

Michael Douglas è stato intervistato da Repubblica.it in occasione dell’uscita della terza stagione della serie “Il metodo Kominsky” su Netflix. L’attore ha anche rivolto un pensiero verso i suoi genitori scomparsi da poco. Ecco un piccolo estratto dell’intervista:

Lavora come produttore ma ama ancora recitare.

“Molto. Mi sorprende che mi vogliano ancora, che mi propongano progetti. Ho interpretato il Dr. Hank Pym in Ant-Man e Avengers – Endgame e a fine mese sarò a Londra per Ant-Man and the Wasp: Quantumania, terzo capitolo della saga. E sarò Ronald Reagan nella miniserie Reagan & Gorbachev con Christopher Waltz nei panni del leader russo. Mi tengo occupato e mi diverto ancora”.

Lei sta diventando quasi più prolifico del suo leggendario papà.

“Era straordinario, non credo che riuscirò mai a eguagliarlo come attore. Anche perché le nostre sono epoche non paragonabili, basta pensare al modo in cui si oppose al maccartismo, le sue battaglie politiche interne all’industria, e poi tutto il lavoro fatto per beneficenza da lui e sua moglie Anne, la mia madrina, che abbiamo perso solo un mese fa. Quando ho scoperto quanto denaro hanno devoluto per aiutare gli altri ne sono rimasto sconvolto: non lo sapevo neanche io”.

Anne Buydens Douglas

L’attore si è soffermato anche sul momento molto difficile del cinema, affermando che la situazione è molto cambiata rispetto alla pandemia e forse non tornerà mai come prima:

Come vede il futuro del cinema?

“Non so, le sale ne sono uscite enormemente danneggiate e non vedo come potranno rimettersi in piedi. Penso che la voglia di andare al cinema non morirà mai, e spero che si risolva presto anche il numero dei posti limitati. Ma il mutamento è stato drammatico, internet ha modificato anche la comunicazione e la promozione di un film, potremmo non viaggiare più per lanciare un prodotto. Mi ha reso felice il successo di un film indipendente come Nomadland, perché temo che i cinema andranno bene per i grossi film d’azione, mentre lo streaming funzionerà per i film più piccoli e ricercati”.