COSA NASCONDONO I MISTERIOSI TATUAGGI DI “BLINDSPOT”?

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New York. Times Square. Un borsone abbandonato fa scattare l’allarme tra i passanti. Intervengono gli artificieri ma quando stanno per scoprire cosa contiene, ecco che ne esce una ragazza. Ha il corpo coperto solo da moltissimi tatuaggi e l’espressione smarrita di chi non capisce cosa stia succedendo. Bisogna ammetterlo, la sequenza di apertura di Blindspot, la serie targata NBC in onda dal 10 maggio su Italia 1, ha la potenza di attirare subito il nostro sguardo e la nostra attenzione. Punta tutto sull’insicurezza crescente legata al terrorismo, per poi spalancare di fronte a noi gli occhi enormi e spauriti di Jaimie Alexander, protagonista nei panni di quella che sarà conosciuta con Jane Doe, lo pseudonimo comunemente utilizzato in America per indentificare chi è senza identità.

La giovane non ha idea di chi sia né di cosa le sia accaduto. L’unico indizio è la fitta rete di disegni che le colorano la pelle: sono mappe, numeri, simboli e un nome, Kurt Weller, a cui risponde un agente dell’FBI che giura di non averla mai vista prima. Chi è Jane? Quale mistero nasconde? Sono le domande che i creatori dello show, Martin Gero e Greg Berlanti, lasciano senza risposta ricreando così le atmosfere e la tensione che hanno reso un cult il film Memento, diretto da Christopher Nolan nel 2000. I 23 episodi della prima stagione, che negli Usa ha registrato più di 10 milioni di spettatori, si concentrano sull’enigmatica ragazza che si rivelerà, con sua stessa sorpresa, un’ importante risorsa per le indagini dei federali. Paradossalmente Jane aiuta a svelare la verità sulle vite degli altri ma non riesce a fare luce sul segreto che la riguarda più da vicino, non avendo memoria di nulla che riguardi la sua esistenza.

Ma se la mente non può parlare, allora spetta al corpo fornire le risposte necessarie: dimostrando abilità nel combattimento, una notevole resistenza fisica e un’intricata tela di immagini che può essere una prigione ma anche una salvezza, quando diventa un appiglio a cui la protagonista può aggrapparsi per non perdere tutto ciò che le resta. Nell’era dell’immagine e dell’omologazione un segno sulla pelle può fare la differenza ma senza scadere nel voyeurismo. Il corpo di Jane è funzionale alla trama ma non viene mai utilizzato dagli sceneggiatori per attirare l’attenzione morbosa del pubblico. Una scelta saggia che ha premiato l’emittente con ottimi ascolti, rendendo inevitabile un rinnovo per una seconda stagione. Forse l’unica pecca di Blindspot è di avvicinarsi pericolosamente, in alcuni momenti, al più classico dei procedural ma qualche colpo di scena ben riuscito ha permesso allo show di non perdere mai la sua identità originale, lasciando tutti con il fiato sospeso a porsi una domanda: cosa nascondono i tatuaggi di Jane?