House Of The Dragon, secondo Matt Smith c’è ancora troppo sesso

L'interprete del prequel sconfessa gli showrunner e riflette sul ruolo

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Matt Smith House of the Dragon

Era stato proprio Miguel Sapochnik, che con Ryan Condal è showrunner della serie, ad assicurare che House Of The Dragon avrebbe avuto meno scene di sesso di quanto visto nelle otto stagioni di Il trono di spade. Un modo per frenare sul nascere il ritorno delle polemiche suscitate all’epoca da una certa inclinazione alla carnalità della celebre Game of Thrones, forse un tentativo di ingraziarsi la critica, a prescindere. Come sembra essere, dopo le dichiarazioni di Matt Smith – uno dei protagonisti del prequel – secondo il quale ci sarebbe ancora troppo sesso negli episodi che vedremo.

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Contenuti troppo espliciti quelli visti, ma anche alcuni che vedremo, a quanto pare. E sui quali lo stesso attore – nella serie il Principe Daemon Targaryen, erede al Trono di Spade e fratello minore di re Viserys – si interroga, soprattutto quanto a opportunità e necessità, relativamente al ruolo e alla fedeltà ai testi originari di George R.R. Martin, in passato spesso trattati con molte licenze, proprio per quel che riguarda alcuni momenti più caldi.

“Immagino ci si debba chiedere: ‘Cosa stai facendo? Stai rappresentando i libri o li stai annacquando per mostrare il tempo [in cui viviamo]?’ – si è chiesto l’attore britannico, ex Doctor Who. – E in realtà penso che sia tuo compito rappresentare i libri in modo veritiero e onesto, così come sono stati scritti”.

“Se me lo stai chiedendo – ha aggiunto ridendo, in risposta alla domanda di Paul Kirkley di Rolling Stone se ci fossero troppe scene ambientate in una camera da letto, – ce ne sono ancora un po’ troppe”.

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Almeno per quel che riguarda il suo personaggio, già preceduto da una reputazione minacciosa ed eccessiva che ha fatto già pensare a Jaime Lannister o Oberyn Martell. D’altronde Sapochnik e la sceneggiatrice e produttrice esecutiva Sara Hess avevano detto a The Hollywood Reporter che la serie non avrebbe evitato certe rappresentazioni, quanto a violenza e sesso, ma solo assicurato che sarebbero state di meno, in generale. Detto che tutto è sempre relativo, ognuno di noi potrà giudicare da sé a partire dal 21 agosto… ormai ci siamo.

Qui l’intera intervista a Matt Smith su Rolling Stone UK