Su Italia 1 dal 19 dicembre
Ogni generazione ha avuto i suoi Moschettieri. Il cinema ha infatti iniziato ad adattare il celebre romanzo del 1844 di Dumas già nel 1902, passando poi per dinamici D’Artagnan come Douglas Fairbanks e Gene Kelly, creando una serie infinita di ibridi e riletture (mettendo in gioco perfino Zorro, Topolino e la Barbie) , fino alla recente versione in 3D del 2011. Solo un marchio importante e riverito come la BBC poteva tentare a questo punto di trasformare i Moschettieri in serialità, trovando un equilibrio fra la tradizione del romanzo d’appendice e una modernità narrativa capace di abbinare ritmo e leggerezza. Nella nuova/vecchia storia, ovviamente, non manca nessuno. C’è il giovane D’Artagnan che arriva a Parigi in cerca di Athos credendolo l’assassino di suo padre. Ci sono i (per ora) tre Moschettieri nei guai per le oscure trame del perfido cardinale Richelieu (il bravo Peter Capaldi, attuale Doctor Who) in combutta con la misteriosa Milady, che si porta a letto il giovane guascone e gli lascia in omaggio un cadavere. Il primo episodio ruota intorno ad una compromettente lettera che Luigi XIII ha spedito al re di Spagna, trafugata da una banda di finti Moschettieri, che in realtà sono le casacche rosse agli ordini di Richelieu. Fra duelli d’ordinanza, parentesi dongiovannesche, cavalcate fra i boschi, oscure prigioni e divagazioni politiche, la serie mette a segno almeno un paio di buone intuizioni. Prima di tutto, l’ambientazione: una Parigi buia e sudicia, dove il pericolo si annida dietro ogni angolo e le zecche dentro ogni materasso. Poi, oltre a dialoghi spesso brillanti, la capacità di disseminare la trama di misteri, come il legame fra Athos e Milady. Il mix fra avventura, amore e giocosità funziona, infatti la BBC già sta lavorando alla seconda stagione.
Stefano Lusardi