Intervista a Daniele Monterosi: “In Gomorra 3 sarò faccia a faccia con il suocero di Genny”

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Daniele Monterosi è un giovane attore romano che ha lavorato sul grande e piccolo schermo, senza mai rinunciare al fascino del teatro. Volto noto al pubblico delle fiction, vista la sua partecipazione a progetti come Che Dio ci Aiuti, Don Matteo e RIS, ha recitato per Michele Placido nel film Il Grande Sogno. A breve lo vedremo nella terza stagione della serie tv Gomorra, in onda a partire dal 17 Novembre su Sky Atlantic. Nei panni dell’assistente di volo Silvano, Monterosi si scontrerà bruscamente con Giuseppe Avitabile, suocero di Genny Savastano, ma non farà parte del mondo dei “cattivi” della famosa serie tv.

Alla Festa del Cinema di Roma è stato inoltre presentato il film Oh Mio Dio! di Giorgio Amato come Evento Speciale, e Daniele Monterosi è parte del cast principale per questa storia originale che immagina le conseguenze di un ritorno di Gesù nel mondo attuale. Prossimamente lo vedremo nella fiction Rai Non Dirlo al Mio Capo 2 e al cinema con Quando Corre Nuvolari, Finchè giudice non ci separi, Il Tuttofare e Le Memorie di Vasari. Ecco cosa ci ha raccontato della sua esperienza sul set di Gomorra, del mestiere dell’attore e del film presentato al MAXXI durante la 12° edizione della Festa del Cinema di Roma.

Cosa vuol dire per te essere un attore? 

Fondamentalmente faccio questo mestiere per conoscere meglio chi sono. Ogni personaggio rappresenta un’opportunità per andare a scavare nella mia vita: emozioni, sentimenti, rapporti, attitudini. Mi piace vivere questa professione così! E alla fine succede che ogni personaggio mi insegna qualcosa – qualcosa di me – che magari prima non conoscevo.

Quando hai deciso che questo sarebbe stato il tuo futuro? La tua prima esperienza?

A 18 anni, quando salii per la prima volta sul palcoscenico di un villaggio turistico dove facevo l’animatore. 700 persone. Al mio ingresso in scena il pubblico inizia a battere le mani e non la smette più. Un lungo applauso a scena aperta. Immagino fosse un applauso di incoraggiamento, ma resta il fatto che ne rimasi stregato. Così ho cominciato a studiare, sono entrato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e, una volta uscito, ho iniziato con i primi spettacoli nei teatri romani. Forse, ancor oggi, non sto facendo altro che correre dietro a quell’applauso.

Quali differenze hai riscontrato tra teatro, cinema e tv?

Sono tre linguaggi diversi e richiedono all’attore strumenti tecnici e competenze diverse di cui deve essere consapevole. Ma il mio approccio al lavoro è lo stesso sia per il cinema che per il teatro e la tv.

Hai imparato qualcosa da un collega o da un regista con cui hai lavorato?

Da tutti. E non è una frase fatta. In questo mestiere c’è sempre da imparare. Dai maestri che con il loro esempio insegnano ed ispirano, ma anche dai mediocri che ti fanno capire cosa è meglio non fare.

Sei stato coinvolto nel progetto Amanda Knox e altre produzioni internazionali. Speri in futuro di recitare anche oltreoceano? 

Se vuoi davvero prendere parte a queste produzioni non puoi essere guidato solo dalla speranza. Le realtà internazionali ti insegnano soprattutto un’attitudine: il lavoro, lo studio, la preparazione, l’impegno, l’allenamento, la dedizione, la cura del dettaglio. Ho vissuto tre mesi a New York e ho preso parte anche lì ad alcune produzioni locali confrontandomi con molti attori dai quali ho preso in prestito il “job title”. Un attore che lavora da quelle parti si chiama infatti “Working Actor”. La cosa bella è che lì sei un “Working Actor” quando sei impegnato in una produzione ma sei un ”Working Actor” anche quando non sei scritturato, perché continui ad allenarti e a migliorare te stesso. Continuare a lavorare, sempre! Dopotutto, come dice Andrè Agassi: “Se non ti alleni non meriti di vincere”. 

Hai ideato e porti avanti il progetto ESTAD. Puoi spiegarci in cosa consiste esattamente il training per attori? E quanto è importante per la tua professione?

Per i motivi di cui sopra, tornato in Italia, sentivo il bisogno di uno spazio dove allenarmi. Allenarmi davvero! Con strumenti che mi potessero davvero tornare utili per la mia professione: preparare al meglio un provino, un cavallo di battaglia per il teatro, o preparare un personaggio che dovevo portare in scena; uno spazio insomma dove migliorarmi seguendo però le mie esigenze specifiche. Non trovando uno spazio che avesse queste caratteristiche a Roma allora quattro anni fa l’ho creato io. ESTAD è una palestra per “Working Actor” dove gli attori si allenano per continuare a crescere e portare sempre più qualità nelle produzioni nelle quali sono coinvolti.

Sarai nella terza stagione di Gomorra, come sei stato coinvolto in questo progetto?

Come nella stragrande maggioranza degli altri progetti cui ho preso parte fin qui. Iter classico: ho fatto un provino.

Come hai vissuto l’esperienza sul set di una serie tv così seguita? Perché secondo te Gomorra la Serie ha questo successo?

Non è un caso che Gomorra sia una serie così seguita. Vivendo il set ho avuto modo di apprezzare ciò che lo schermo non ti può raccontare: la professionalità e l’attenzione di tutti i reparti. Ognuno dà il suo miglior contributo per aggiungere valore al progetto. Come magari avrai intuito sono un attore maniaco della cura del dettaglio. Mi piace così! E questo alle volte mi ha portato ad avere non pochi “confronti” con i registi perché non in tutti i progetti c’è il tempo di curare le “sfumature”. Su questo set sono stato diretto da Claudio Cupellini. Prima di girare passavamo parecchi minuti con lui e gli altri attori a cercare le giuste sfumature, ad aggiungere, modificare, togliere, finché lui non diceva “eccola, è questa la scena!”. La sua cura del particolare mi ha fatto sentire meno strano!

Ci puoi descrivere il tuo personaggio? Hai avuto modo di interagire con i protagonisti storici della serie, quelli che ci sono dalla prima stagione?

Sono nel secondo episodio, accanto ad uno dei nuovi personaggi fissi della serie. Ad un certo punto mi troverò faccia a faccia con Giuseppe Avitabile, ma per scoprire cosa succederà con il suocero di Genny Savastano ti consiglio di vedere la puntata!

Conoscevi già la realtà di cui parla la serie o ti sei documentato e hai parlato con qualcuno?

Ovviamente ho visto tutte le puntate delle precedenti stagioni. Il mio personaggio non fa parte del mondo dei “cattivi”, quindi non ho dovuto immergermi in quelle realtà.

Sei tra i protagonisti di Oh Mio Dio, il film fuori concorso alla festa del cinema di Roma per la regia di Giorgio Amato. Cosa puoi dirci di questa esperienza? 

E’ un progetto davvero unico. Giorgio Amato è un regista a cui non fa paura sperimentare. Questo film parte da una domanda: cosa accadrebbe se Gesù tornasse tra noi oggi? Ma oltre alla tematica ciò che rende davvero particolare questo film è lo stile che Giorgio Amato ha scelto per raccontarla: un mockumentary nostrano. Il genere è quello della fiaba. Una fiaba a volte comica, a volte onirica, a volte grottesca, come la vita. Io interpreto Tommaso, quello che se non vede non crede. Solo che in questa storia il mio Tommaso è un barista disilluso. Chissà se e come Gesù riuscirà a rimettere insieme i suoi nuovi 12 apostoli e guidare l’umanità verso una nuova salvezza.

Come ti comporteresti tu se Gesù si facesse vivo in questo preciso momento storico?

Esattamente come mi comporto ora!

Segui le serie tv da spettatore? Quali? 

Qui si apre un mondo, prendi nota. Partiamo con due grandi classici imperdibili: Breaking bad, Lost. Poi le serie che mi hanno ispirato per le interpretazioni degli attori: “The Night of” con John Turturro, “Westworld” con Anthony Hopkins, “True Detective” con Matthew McConaughey e Woody Harrelson, “Big little lies” con Nicole Kidman, Reese Witherspoon e Laura Dern. Le serie nostrane: “The young Pope”, “Gomorra”e “Suburra” e poi due serie del momento che consiglio davvero: “This is us” e “Stranger things” che, proprio in questi giorni, sono ripartite con la seconda stagione!

Quali sono i tuoi progetti futuri?

E’ un bel momento e ci sono tante cose che bollono in pentola. Ma il progetto per il futuro più importante è riuscire a vivermele con più serenità.

Da cosa trai ispirazione? Cosa ti dà la carica in una giornata no?

Sono una persona facile allo stress. Forse deriva dal mestiere che faccio, ma anche dal momento storico, così pieno di instabilità e cambiamenti. Così la più grande ispirazione mi viene da persone e attività in grado di darmi strumenti che mi aiutino a leggere meglio i tempi che viviamo. Uso molto il web. Se lo sai usare e segui le persone giuste diventa un’enciclopedia ricca di insegnanti. I TED Talk ad esempio. Medito, faccio sport, ogni tanto scappo in un ritiro spirituale, mi circondo di buona musica, leggo Baricco, guardo tanti film e serie tv, parlo molto con gli anziani o con i bambini, e soprattutto provo a circondarmi delle persone che mi amano!

Cosa consiglieresti ad un giovane che sogna di fare l’attore? 

Quello che Giancarlo Giannini consigliò a noi attori il primo giorno di Centro Sperimentale: Lascia perdere! Se poi però questo giovane attore scoprisse di non poterne proprio fare a meno allora gli consiglierei di studiare con i migliori e di lavorare sodo su se stesso in modo da scoprire presto il SUO modo di intendere e vivere questa professione.

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