Audace, sfrontata, intelligente ed acuta: dopo due anni dalla prima stagione torna La legge di Lidia Poët 2 dal 30 ottobre su Netflix, presentata in anteprima ad Alice nella Città insieme alla protagonista Matilda De Angelis, che dà voce e corpo alla prima donna ad entrare a far parte dell’albo degli avvocati nella storia 200 anni fa, ad Eduardo Scarpetta, a Pier Luigi Pasino, ed al produttore e regista Matteo Rovere.
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Una donna che cerca la libertà in un mondo che non è ancora pronto a fare i conti con la potenza del sesso femminile (e che, forse, non lo sarà mai), quello con cui Lidia deve fare quotidianamente i conti. Fin troppo cosciente delle difficoltà da affrontare e della complessità della sua posizione, da decidere di rinunciare al matrimonio, per non minare la sua ambizione più grande: la libertà, l’indipendenza, come donna abilitata alla professione d’avvocato al pari di un uomo. La legge di Lida Poët 2
«Lidia sta attraversando un processo di crescita personale perché si rende conto in maniera sempre più aggressiva della società in cui vive» ha spiegato a Ciak Matilda De Angelis. «Se nella prima stagione avevamo una Lidia ancora leggermente naive, in bilico se rimanere a Torino o partire per l’America dopo che la Corte di Cassazione le ha respinto la richiesta di tornare a far parte dell’albo degli avvocati, in questa seconda stagione troviamo una Lidia molto più combattiva, politicamente agguerrita, che si fa delle domande anche molto profonde e personali. È una Lidia più consapevole, più matura, che deve lasciare andare l’armatura che si è costruita e capire che può indugiare un po’ di più sui sentimenti e sull’amore».


Se prima voleva riuscire a costruire un degno futuro per se stessa, in questa seconda stagione Lidia scende in campo per tutte le donne, chiedendo che sia la legge a cambiare per garantire parità di diritti fra uomini e donne. L
«Lidia si muove all’interno di un mondo che è profondamente ingiusto e anticostituzionale» continua De Angelis. «Da laureata in legge, trova delle falle all’interno della legge vigente in quel momento, per cui è paradossale che tutti rispondano ad una legge che è fallata, costituzionalmente stupida e gretta. Si muove tra le trame della giustizia con intelligenza, con ironia e caparbietà ma fondamentalmente chiede dei diritti basici, ovvero quelli di poter votare e decidere della propria società».
Così, continuando a vivere insieme al fratello Enrico (Pasino), alla cognata Teresa (Sara Lazzaro), alla nipote Marianna (Sinéad Thornhill) e alla governante Albertina (Alessia Spinelli), in una nuova casa dopo, che l’abitazione di famiglia è stata venduta da Jacopo (Scarpetta), Lidia si unisce alla lotta delle suffragette e continua a lavorare insieme al fratello di Enrico come avvocato. A complicare le cose, l’arrivo del procuratore del Re Fourneau (Gianmarco Saurino), che con Lidia ha parecchio in comune: anche lui cerca sempre la verità, senza accontentarsi della versione più comoda. La legge di Lida Poët 2