In un futuro distopico la natura non esiste più, o meglio ne esiste così poca che per preservarla viene messa in quarantena, rinchiusa ed inesplorabile da nessun essere umano: nella nuova serie Never too late su RaiPlay a partire da novembre l’aria è diventata irrespirabile e il pianeta soffre per la mancanza di ossigeno.
Scritta da Camilla Paternò, Federica Pontremoli e Simona Coppini e diretta da Lorenzo Vignolo e Salvatore de Chirico, con un cast di giovanissimi (Arianna Becheroni, Dana Giuliano, Elena Curci, Elisa Pierdominici, Jacqueline Luna, Manuel Rossi, Matteo Taranto, Mikaela Neaze Silva, Roberta Mattei e Roberto Nocchi) la serie coprodotta da Rai Fiction e Propaganda Italia ed ambientata a Nur (Sardegna), porta la terra avanti nel tempo fino al 2038, ritrovandosi comandata dalle “milizie verdi”, una potenza militare che nega da anni alla popolazione ogni contatto con la natura.
Never too late: ambiente, crisi climatica e giovani
«Immaginiamo che ci siano degli esseri umani che non sanno cosa significhi toccare una foglia di un albero, oppure tuffarsi nell’acqua salata del mare, o accarezzare un animale domestico – ha spiegato de Chirico durante la presentazione di Never too late ad Alice nella Città – è quello che succede ai ragazzi protagonisti della storia, che non affronta in maniera disfattista la crisi climatica che stiamo attraversando, ma cerca di raccontare le problematiche ambientali della terra attraverso un’ottica di speranza: anche se il mondo vive un momento catastrofico, le soluzioni sono possibili e non si riducono solamente al: o siamo spacciati oppure deve intervenite un ente superiore che riesca a fare qualcosa. Rappresentiamo un futuro in cui nonostante tutte le difficoltà le persone cercano di vivere le proprie esistenze innamorandosi, arrabbiandosi, sognando».
Maria, Jacopo, Arturo, Benny, Alex e Caterina sono adolescenti nati senza vedere mai il verde naturale di cui la terra dispone, adesso controllato e limitato nella foresta di Nur, dove una notte accade qualcosa di insolito e sconvolgente: un bagliore, forse un’esplosione. Quella stessa notte cambia per sempre la vita di Jacopo e Maria.
I ragazzi decidono di scoprire la verità su ciò che sta accadendo ed, investigando, si ritrovano coinvolti in un mistero che metterà in pericolo le loro vite e li porterà a lottare per riprendersi la foresta e con essa il loro posto nel mondo.
«Abbiamo ragionato sul desiderio che potrebbero nutrire quei ragazzi di conoscere qualcosa di tanto sconosciuto, proibito e misterioso come la natura – ha continuato Vignolo – in un mondo popolato da cellulari che si srotolano, vestiti tecnici realizzati con il riutilizzo di materiale riciclato, alberi sintetici fatti di ombrelli colorati. E la soluzione, per loro, di conoscere un aspetto per noi così scontato è trasgredire le regole, ribellarsi, nascondersi».