The Falcon and the Winter Soldier, la Marvel fa politica

La Fase IV del MCU sembra avere scelto una strada consapevole e responsabile, quasi socialmente impegnata

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The Falcon and the Winter Soldier
Falcon/Sam Wilson (Anthony Mackie) in Marvel Studios' THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER exclusively on Disney+. Photo by Chuck Zlotnick. ©Marvel Studios 2020. All Rights Reserved.

Dopo WandaVision, la Fase IV del Marvel Cinematic Universe continua subito con The Falcon and the Winter Soldier. Lo dice il titolo, i protagonisti sono i due Avenger più vicini a Capitan America e alla sua eredità. Ci perdoneranno quei quattro al mondo che non hanno visto Avengers: Endgame, ma come risaputo Steve Rogers, ovvero il Cap, ha deciso alla fine della guerra universale contro Thanos di tornare indietro nel tempo e abbracciare finalmente la sua amata Peggy Carter, per vivere la vita che non ha mai vissuto.

Fermo restando che l’ipotesi di una ulteriore stagione di Agente Carter con la partecipazione di Steve Rogers tornato nel passato sarebbe tutt’altro da escludere, checchè ne dica Kevin Feige, la prima puntata di The Falcon and the Winter Soldier ci presenta un Falcon schiacciato dall’eredità lasciatagli, uno scudo di cui non si sente degno.

Bucky Barnes/Winter Soldier sta invece combattendo con i suoi demoni, quelli di un passato oscuro di cui è pentito e i cui peccati sta cercando di espiare. Questo debutto di serie ci offre una grande scena d’azione d’apertura, un nuovo nemico da combattere, qualche nuovo personaggio di contorno, ma soprattutto una inaspettata attenzione alla contemporaneità.

I famosi cinque anni durante i quali metà del mondo è sparito per lo schioccare di dita di Thanos, non sono più un sotterfugio narrativo tipicamente fumettistico. Per la prima volta è molto evidente il messaggio politico che quest’evento nasconde. L’America è tornata, ma non è detto che sia unita, né che sia senza problemi. I supereroi questa volta devono fronteggiare nemici tremendi, come le banche e la recessione, o peggio ancora cercare di risolvere una crisi d’identità degna del miglior Tony Soprano.

Se tutto questo si era intuito, ma solo a sprazzi, in WandaVision, gioco transmediale gustoso senz’altro, e molto utile per introdurre al mondo Marvel un pubblico nuovo e riappassionare chi della precedente Fase si era francamente un po’ stufato, perché a furia di distruggere palazzi e resuscitare gente l’interesse era scemato, in The Falcon and the Winter Soldier è tutto molto più chiaro.

Che sia stata una pessima amministrazione della cosa pubblica o una pandemia (o entrambe le cose), gli Avenger hanno riunito il paese, ma adesso dovranno davvero mettere a posto le cose. Una responsabilità che per primi si prendono due tra i più umani dei supereroi, e nella fase IV arriveranno poi anche Black Widow e Hawkeye, anche loro molto terreni.

The falcon and the winter soldier
Falcon/Sam Wilson (Anthony Mackie) e Winter Soldier/Bucky Barnes (Sebastian Stan) in una scena di THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER Photo by Chuck Zlotnick. ©Marvel Studios 2021. All Rights Reserved.

Detto ciò, l’impianto di questa seconda serie Marvel Disney+ sembra gustosamente Bondiano, e vedremo se l’impressione verrà confermata nei successivi episodi. La presenza di attori di talento come Anthony Mackie e Sebastian Stan certamente aiuta, non mancheranno special guest di sostanza (ce n’è già uno nella prima puntata che non sveliamo).

Ma al di là dello spettacolo, l’aspetto più interessante sarà vedere se questi Avenger sperduti nell’America di oggi, senza creature aliene da sbatacchiare contro un grattacielo, riusciranno a trasformarsi in eroi della crisi, dal fascino quasi anni Trenta, paladini della Grande Depressione e cowboy metropolitani.

D’altronde, di quelli senza macchia e senza paura non ci si deve fidare. Essere umani significa prima di tutto fare a pugni con se stessi.