Steven Spielberg racconta la storia vera dell’avvocato James B. Donovan (Tom Hanks) che in piena Guerra Fredda negoziò con l’Unione Sovietica il rilascio di un pilota americano. Il ponte delle spie è disponibile da ora su TIMVISION!
All’avvocato di successo James B. Donovan viene affidato l’incarico di difendere la spia sovietica Rudolf Abel. Tra l’ostilità montante dei compatrioti, svolge con tale coscienza e professionalità il compito che il governo degli Stati Uniti deciderà di utilizzarlo per una delicata e rischiosissima operazione segreta: fare da mediatore non ufficiale per uno scambio di prigionieri con l’URSS. La libertà di Abel in cambio di quella dell’aviatore Francis Gary Powers. Nel frattempo – a complicare – la Germania dell’Est trattiene e incarcera lo studente americano Frederic Pryor.
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Da una storia vera che ha il suo culmine il 10 febbraio 1962 sul ponte di Glienicke che unisce le due Berlino (e i cinefili magari penseranno a uno scambio analogo in La spia che venne dal freddo), Spielberg riprende lo spirito, se non alcuni dei temi morali, del suo Lincoln e ci regala un’altra impeccabile pagina di drammatizzazione della Storia. «Si parla sempre di una singola persona che fa la cosa giusta o cerca di farla, nonostante tutti gli ostacoli che incontra», dichiara ricordando così la materia più preziosa con cui è costruito il miglior cinema democratico americano. Accompagnando una sceneggiatura mirabilmente strutturata dei fratelli Coen più Matt Charman, il cineasta evita di sovraeccitare ideologicamente gli animi e, al nazionalismo incondizionato degli uomini d’azione, preferisce la personalità di un pacifico uomo perbene che pensa sia il diritto il valore fondante dello spirito Usa.
Non sorprende di certo la totale padronanza della forma, la classica armoniosa compostezza dei movimenti di macchina (cui si contrappone la concitazione adrenalinica dell’abbattimento dell’aereo, quasi a rammentare a tutti che l’action movie è sempre territorio suo), capace di mediare la riflessione con la suspence o la professionalità del team artistico. Meritatissimo Premio Oscar come miglior attore non protagonista per Mark Rylance, nei panni della spia sovietica Abel.
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