“Forse l’unica cosa che davvero conta è che abbiate nostalgia della felicità”, a dirlo è un uomo misteriosamente comparso nella vita di quattro persone nell’istante in cui queste, esauste della propria esistenza, stanno per farla finita. L’uomo nel film di Paolo Genovese, Il primo giorno della mia vita, dal 26 gennaio al cinema con Medusa, è interpretato da Toni Servillo, le quattro persone invece sono Sara Serraiocco, Valerio Mastandrea, Margherita Buy e il piccolo Gabriele Cristini.
L’ispirazione per l’omonimo libro da cui il film è tratto è giunta a Genovese dalla visione di un documentario, The Bridge – Il ponte dei suicidi (2006). Una telecamera nascosta cattura i vari tentativi di suicidio sul Golden Gate Bridge, la destinazione di suicidio più popolare al mondo. Genovese racconta di essere rimasto colpito dal fatto che in molte delle testimonianze contenute nel documentario si fa riferimento a quei fatidici sette secondi in cui le persone, prima di perdere la vita, passano dalla convinzione di volersi suicidare al pentimento per il gesto appena compiuto.
“Questa suggestione, quei sette secondi in cui quella scelta estrema avrebbe potuto essere evitata, sono stati la molla che ha fatto scattare la storia”, spiega Genovese.
Ne Il giorno più bello della mia vita un uomo (Servillo) si presenta a quattro persone che hanno toccato il fondo e vogliono farla finita per proporre loro un patto: una settimana di tempo per farle rinnamorare della vita. “La vita è piena di ‘se’ e questo riempie anche la mia curiosità narrativa”, dice il regista.
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Intervistati da CIAK Paolo Genovese, Margherita Buy e Sara Serraiocco raccontano la storia, i personaggi e le emozioni del film.
