TRIESTE SCIENCE+FICTION: ECCO “MORGAN”, IL DEBUTTO DEL FIGLIO DI RIDLEY SCOTT

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Un’apertura anglosassone, giovane ed appropriata (viste le tematiche del film d’apertura) per il Trieste Science+Fiction Festival 2016, che parte oggi e prosegue fino al 6 novembre.

MORGAN. Come spiega il dottor Ziegler, “Morgan è il terzo esperimento, un ibrido, un organismo capace di prendere decisioni autonome e avere risposte emotive sofisticate. Supera le nostre più alte aspettative”. Ma alla corporazione che ha patrocinato e finanziato l’operazione interessa una cosa sola “testare la commerciabilità, valutando rischi e benefici” e invia l’algida (e armata) Lee Weathers a giudicare ed eventualmente liquidare l’oggetto. Sì perché cosa succede se Morgan non si rivelasse, in qualche modo, adatta (sì, è una lei) allo scopo? O fosse troppo indipendente? O avesse reazioni incontrollate?

Un tema già battuto dalla fantascienza applicata alla biologia (da Specie mortale e Splice) per il debutto nel lungometraggio di Luke Scott, dotato figlio di Ridley, che a sua volta dietro le quinte produce e sorveglia. Notevole il cast impegnato, da Kate Mara a Toby Jones, Paul Giamatti, Jennifer Jason Leigh, mentre la protagonista possiede i freddi e angelici tratti di Anya Taylor-Joy, ovvero la rivelazione del magnifico The Witch. Il film uscirà nelle sale italiane dal 9 novembre e ne riparleremo più diffusamente in quell’occasione. 

I’M NOT A SERIAL KILLER.  John Wayne Cleaver è un adolescente convinto di essere un sociopatico e di avere tutte le caratteristiche del potenziale killer seriale. Il fatto che collabori con evidente piacere al lavoro di famiglia (madre e zia sono imbalsamatrici, ovvero quelle che preparano i cadaveri per le tipiche cerimonie funebri americane) e che a scuola tutti lo considerino un pazzoide, non aiuta. Peraltro, nella tipica cittadina in cui vive, uno che ammazza senza apparente motivo c’è; non solo: il giovanotto lo conosce anche molto bene.

Sintetizzata così parte della trama, uno potrebbe dire: cosa c’entra un psycho-thriller con un festival di fantascienza? Bisogna vederlo per scoprirlo, passando magari per qualche scena abbastanza orripilante che devia da quella che sino a quel momento sembrava una “semplice” storia di mistery e disagio adolescenziale da psicanalisi. Benché batta bandiera irlandese, il film di Billy O’Brien (Isolation-La fattoria del terrore, Scintilla) è ambientato nel cuore dell’America country e tra gli interpreti fa immenso piacere ritrovare Christopher Lloyd, il fu Mad Doctor di Ritorno al Futuro, ora molto invecchiato ma sempre ottimo professionista, mentre il protagonista è il 19enne Max Records, cresciutello dai tempi del delizioso Nel paese delle creature selvagge (2009).