ALICE ATTRAVERSO LO SPECCHIO

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Alice (Mia Wasikowska), nonostante il parere contrario di sua madre, ha trascorso gli ultimi anni sulla nave del defunto padre, sfidando onde, insidiosi scogli, agguerriti pirati e, soprattutto, andando alla scoperta del mondo (reale). Ritornata a Londra si imbatte in uno specchio magico che, attraversato, la riporta direttamente nel magico Sottomondo, dove finisce nuovamente tra le braccia del Bianconiglio, del Brucaliffo, dello Stregato, della Regina Mirana (Anne Hathaway) e del Cappellaio Matto (Johnny Depp). Ma il Cappellaio non è più lo stesso. Pare aver perso la sua frizzante pazzia, la sua Moltezza. Infatti il Cappellaio Matto vuole ritrovare la sua famiglia creduta morta. Così Alice, incaricata da Mirana, si avventura nel grande orologio di Tempo (Sacha Baron Cohen), sottraendogli la Cronosfera, così da poter viaggiare nel passato e cambiare il presente.

Sei anni dopo il successo planetario di Alice in Wonderland (attualmente si trova al 22° posto nella classifica all time dei film che hanno incassato di più), la Disney a 151 anni dalla pubblicazione di Alice nel Paese delle Meraviglie si ispira al suo sequel letterario, Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi Trovò, ancora di Lewis Carroll, per produrre il live action (pure nell’immancabile 3D) Alice Attraverso lo Specchio. Nonostante la riconferma della disneyana Linda Woolverton alla sceneggiatura – penna che ha scritto Maleficent, ma anche Classici come Mulan e La Bella e La Bestia – , alla regia non c’è più Tim Burton (questa volta ”solo” produttore), ma James Bobin, regista (anch’esso) disneyano de I Muppet. Nella squadra dei prestigiosi attori, oltre ad un Johnny Depp incessantemente camuffato, la cresciuta Mia Wasikowska, la ”spregevole” Helena Bonham Carter e la ”candida” Anne Hathaway, troviamo con piacere un bravo Sacha Baron Cohen, nell’emblematica (e un filo inquietante) figura di Tempo. E il tempo in Alice Attraverso lo Specchio è il fulcro generale che muove le lancette della storia: la vorticosa macchina da presa di Bobin, (stra)colma di effetti visivi, di buffi personaggi e di ambientazioni impossibili, ripercorre tra passato, presente e futuro l’universo di Alice, con l’intento dichiarato (e forse unico) di far stropicciare gli occhi ai più piccoli. Suggerendo loro le puntuali (ma nobili) morali, come in ogni live action o Classico Disney che si rispetti: il tempo, pur implacabile, non toglie ma regala. Non solo, aggiunge persino che la famiglia è sì importante, ma è anche importante la famiglia (amicale) che uno si è costruito attorno. Intenti e messaggi, quelli di Alice Attraverso lo Specchio, che vanno a colmare diverse (e naturali) lacune, considerando che il sequel in questione è, come detto, cucito a misura di biglietto ridotto. E i più grandi? Memori della prima avventura di Alice, troveranno pochissime somiglianze con i romanzi di Carroll, ritrovando però le atmosfere di un mondo assurdo, fantastico e (volutamente) bambinesco. Arricchito dalle sempre maestose musiche di Danny Elfman.