Fuori concorso: Do Not Expect Too Much From the End of the World di Radu Jude

Dopo avere vinto la Berlinale nel 2021 con Bad Luck Banging or Looney Porn, il rumeno Radu Jude torna a parlare della follia della società contemporanea in Do Not Except Too Much From The End of The World, presentato già in concorso all’ultimo Locarno Film Festival dove ha vinto il premio speciale della giuria.

Angela è un’assistente di produzione, gira Bucarest in lungo e in largo per raccogliere interviste per uno spot sulla sicurezza sul lavoro commissionato da una multinazionale che deve ripulirsi la coscienza. Il suo lungo girovagare viene alternato da spezzoni di un vecchio film degli anni Settanta, incentrato sulla figura di una delle prime donne tassiste nella storia della Romania sotto il regime di Ceausescu. Le due storie finiranno per intrecciarsi, dando l’idea di un paese che si è evoluto in maniera tragica e grottesca dopo la caduta del dittatore, solo per essere asservito a un diverso tipo di padrone.

La sintesi perfetta del film la offre proprio Radu Jude:

“Don’t Expect too Much from the End of the World è un film frammentario (in parte commedia, in parte road movie, in parte film di montaggio, in parte basato su lunghe sequenze con camera a mano o camera fissa) sul lavoro, lo sfruttamento, la morte e la nuova gig economy».

Già assistente di Costa Gravas in Amen, frequentatore dei maggiori festival internazionali già con i suoi cortometraggi e da una diecina d’anni, Jude fa parte della New Wave del cinema rumeno di cui è capostipite Cristian Mungiu, che grazie alla vittoria a Cannes nel 2007 con Quattro mesi, tre settimane e due giorni ha fatto scoprire al mondo una cinematografia con tante cose da dire.

LEGGI ANCHE: Tigru – Day of the Tiger, il ruggito del cinema rumeno

A portare avanti il film è l’interpretazione di Ilinca Manolache, protagonista di un tour de force straordinario. Nel cast anche Nina Hoss, attrice tedesca che ricordiamo in Tàr al fianco di Cate Blanchett. Sceneggiatura a orologeria quella di Jude, in cui tutto è costruito in funzione degli ultimi 25 minuti del film, che possiamo già di diritto ritenere un pezzo importante di storia del cinema, un piano sequenza che è una dichiarazione estetica, storica e politica. Do Not Except Too Much From The End of The World è un film da non perdere.

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.