La persona peggiore del mondo, l’amore secondo Joachim Trier

Dopo Cannes e il BFI London Film Festival 2021 arriva nelle sale il film di Joachim Trier

0
The Worst Person in the World

Quanti rimpiangono il magnifico (500) giorni insieme di Marc Webb (2009), quanti hanno ammirato Toni Erdmann di Maren Ade (2016), e più in generale quanti tifano per la rigenerazione della romcom per come la conosciamo, e spesso disprezziamo, hanno in La persona peggiore del mondo pane per i propri denti.

È il terzo capitolo della “trilogia di Oslo” di Joachim Trier, che in Concorso a Cannes 74, per poi approdare in molti festival, tra cui il BFI London Film Festival 2021, scodella «un dramma comico sull’amore nel nostro tempo e sull’avere tutte le opportunità della vita, ma sentirsi ancora la persona peggiore del mondo».

 

LEGGI ANCHE: SPECIALE BFI London Film Festival 2021

Le premesse non sono male, e si riveleranno promesse mantenute: la frustrazione del coming of age è facile, e felice, nel passare dal comico al drammatico (fino al cancer movie), dal futile al lancinante scalando le marce drammaturgiche prima che poetiche senza strappare né ingolfare.

Dunque, Julie (Renate Reinsve, brava), che sta per compiere 30 anni: ha fascino, intelligenza, un po’ di stronzaggine che non guasta, e vuole vivere. A livello di studio e quindi professione non ne azzecca una, però. Finché non incontra Aksel (Anders Danielsen Lie), un bel tipo, più grande, graphic novelist di successo. Metterà su famiglia, Julie?

Macché, si imbuca a una festa: giochi di seduzione vari ed eventuali, dall’assistere all’altrui minzione fino a annusarsi vicendevolmente le ascelle, ma con l’aitante e gioviale Eivind (Herbert Nordrum) forse c’è davvero qualcosa.

Raro trovare un personaggio femminile così denso e complesso, libero e contraddittorio, anche quando dietro la macchina da presa c’è una donna: Trier si rivela empatico, sottile, generoso. E prende d’infilata il qui e ora, discettando di fellatio, whore, anzi, sex worker, privilegio bianco e maschio, fumetti sessisti all’epoca del #MeToo, con ironia, a tratti sarcasmo, ma sempre sensibile.

Le cadute, dalla sequenza coi funghi allucinogeni al padre di Julie avulso, non mancano, tuttavia La persona peggiore del mondo sa farci appassionare ai personaggi, e dire di noi e dell’oggi qualcosa che già sapevamo. Ma forse non ci dicevamo.