Tra i titoli italiani in Concorso alla 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il nuovo film di Gianni Amelio, Campo di Battaglia racconta una storia di uomini ambientata nell’ultimo anno della Prima Guerra Mondiale, alla vigilia della prima grande pandemia moderna, quella della ‘Spagnola’. Un film – interpretato da Alessandro Borghi, Gabriel Montesi e Federica Rosellini – che sarà al cinema dal 5 settembre distribuito da 01 Distribution.
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lL FATTO
1918: nell’anno conclusivo della prima guerra mondiale assistiamo alla drammatica realtà dei soldati feriti che dal fronte arrivano all’ospedale da campo per essere curati e poi rimandati a casa perché invalidi, oppure rispediti a combattere. Il loro destino dipende dalle decisioni di due dottori, divisi da opposte concezioni sul fatto che debbano prevalere i doveri come ufficiali, o quelli di uomini di medicina. Stefano Zorzi (Alessandro Borghi) è empatico e comprende il terrore e il desiderio di fuggire dalla follia della guerra; Giulio Farradi (Gabriel Montesi) è pervaso da un fanatico furore patrio e per lui ogni soldato che si procuri volontariamente una lesione per tentare di essere riformato è un vile traditore da punire senza pietà. All’ospedale arriva ad aiutarli l’infermiera Anna (Federica Rosellini), loro collega di studi di cui sono entrambi innamorati, ma la situazione si complica ulteriormente con lo scoppio dell’epidemia di febbre Spagnola, che miete vittime tra civili e soldati e nessuno sa come fronteggiare.
L’OPINIONE
Che un film ambientato nel 1918 sia tanto attuale oggi, circondati come siamo da focolai di guerra e afflitti da una pandemia ormai diventata endemica, è una cosa che fa rabbrividire, ma anche applaudire la visione di Amelio. Il regista ha scelto coraggiosamente di ammonirci sulla follia che affligge il nostro mondo, utilizzando gli orrori del passato come specchio riflettente di un oggi dove sembra che il desiderio della morte altrui sia il sentimento dominante in troppi governi e dittature. Tra l’altro, a differenze delle gesta belliche più o meno eroiche, la Spagnola è anche un grande “rimosso” della cinematografia mondiale (e in letteratura l’unico riferimento, sia pur traslato, a quella pandemia è il romanzo La peste che Albert Camus pubblicò nel 1947). Affidandosi a un Borghi in stato di grazia, sostenuto dall’amico/antagonista Montesi e dall’efficace Rosellini, Amelio propone così un film “educativo” nel senso più puro del termine.
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Sulla prima guerra mondiale sono insuperati La grande guerra (1954) di Mario Monicelli e Uomini contro (1970) di Francesco Rosi.