Vuole diventare «il Giovanni Paolo più famoso della Polonia» l’aristocratico Jam Adamczewsky (Bartłomiej Filip Topa), protagonista della serie storico-satirica 1670, la cui prima stagione (approdata lo scorso anno su Netflix, dove è attesa per il 2025 la seconda) ha richiamato paragoni con la comicità irriverente dei Monty Python: ne abbiamo parlato insieme all’ideatore Jakub Rużyłło, ospite del 12° CiakPolska Film Festival a Roma, dove ha tenuto una masterclass.
Secondo Rużyłło, il successo di 1670 si spiega con la vasta mole di narrazioni sul passato contadino della Polonia esplose a partire dagli anni ’90, complice la caduta del socialismo reale: «La nostra serie arriva al termine di questo processo, dopo tanti discorsi e pubblicazioni in merito, e penso che fosse esattamente ciò che volevano persone. La componente comica funziona perché è in contrasto con quel tipo di mitologia epica, piena di battaglie e di eroi, la riporta in basso, sulla terra. E non era mai stato fatto con i mezzi di un prodotto Netflix».
A proposito degli accostamenti al celebre gruppo comico britannico che ci ha offerto cult come Brian di Nazareth, lo sceneggiatore ammette: «Sì, sono stati una fonte d’ispirazione, e naturalmente sono molto lusingato quando veniamo paragonati a loro». Alla base, spiega, c’è un meccanismo sempre efficace, «prendere un certo modo di sentire e di pensare delle persone vicino al nostro tempo, e calarlo in un passato barocco, con la brutalità dei costumi di allora».
Tra gli esempi di un procedimento analogo, Rużyłło cita anche la serie What We Do in the Shadows: «Ci sono i vampiri, ma si comportano come persone normali, e funziona per questo». Ma 1670, sottolinea l’autore, ha anche qualcosa di The Office: «Si potrebbe dire che il protagonista della mia serie, Jan, è simile al Michael Scotto di The Office. È il capo, il padrone, molto sicuro di sé ed egocentrico. E c’è questa relazione tra i personaggi di Aniela e Maciej che ricorda quella di Pam e Jim in The Office».
Ma prima di darsi alla scrittura seriale, Rużyłło è stato anche un rapper: «Credo che ottenere un riconoscimento con quel tipo di attività, cioè come uno che era in grado di fare cose divertenti con il linguaggio, mi abbia dato una possibilità come sceneggiatore, che non pensavo sarebbe diventato il mio lavoro, non avevo mai scritto nulla in quel senso prima che mi proponessero di farlo. Infatti un mio amico produttore televisivo mi conosceva dai tempi delle battaglie rap, era in cerca di autori per un late night show e mi offrì di partecipare. Lì mi sono reso conto che sapevo scrivere battute in grado di far ridere».