Trento Film Festival 2025, il manifesto di Sebastião Salgado

Il grande fotografo brasiliano firma l'immagine della prossima edizione

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Trento Film Festival 2025 manifesto Salgado

Nell’Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai, il Trento Film Festival 2025 sceglie di mettere il tema in primo piano dedicandogli il manifesto della 73a edizione, in programma dal 25 aprile al 4 maggio, a firma di uno dei più importanti artisti viventi, il fotografo brasiliano Sebastião Salgado. Ma oltre a “L’urlo del ghiacciaio”, questo il titolo dell’opera, l’artista latinoamericano sarà protagonista di una delle mostre più attese in Italia nel 2025: “Ghiacciai”, ospitata nelle prestigiose sedi del Mart di Rovereto (dal 12 aprile al 21 settembre 2025) e del MUSE Trento (dal 12 aprile all’11 gennaio 2026).

E se un ghiacciaio, quello di Kluane Park in Canada, è il soggetto della fotografia scelta da Salgado per il manifesto, già nel 2004 il Trento Film Festival scelse una fotografia per la sua immagine ufficiale: e anche in quell’anno, pur con una foto di repertorio di Vittorio Sella, scattata nel 1909, al centro della scena c’era un ghiacciaio, il Goldwin – Austen, alla base del K2.

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Se le montagne sono delle vere e proprie sentinelle dei cambiamenti climatici in corso, i ghiacciai sono gli indicatori migliori per monitorarne la drammatica evoluzione. Un gruppo internazionale di ricercatori, tra cui esperti dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, ha studiato l’evoluzione al 2100 della linea di equilibrio dei circa quattromila ghiacciai situati nelle Alpi: i dati raccolti hanno evidenziato che entro fine secolo potremmo perdere dal 69% al 92% dei ghiacci alpini, a seconda dello scenario che si verificherà – ricorda Mauro Leveghi, presidente del Trento Film Festival. – Per questo motivo era importante che il Festival onorasse l’Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai, voluto dall’ONU, e non poteva esserci modo migliore di farlo: Sebastião Salgado e infatti un intellettuale e un artista tra i più noti al mondo, capace con le sue fotografie di raccontare a milioni di persone i profondi cambiamenti sociali e ambientali che in questi decenni stanno trasformando il Pianeta. È un onore ospitare a Trento il suo ultimo lavoro, dedicato ai ghiacciai e al loro doloroso divenire, e siamo profondamente orgogliosi che abbia firmato il manifesto di questa 73a edizione. Dopo alcuni manifesti ispirati ai colori della speranza, con il suo scatto Salgado ci mette davanti agli occhi la dura realtà: in un bianco e nero che drammatizza ancora di più un’immagine gia carica di tensione, la lingua del ghiacciaio sembra parlarci, o meglio, sembra urlare la sua sofferenza».

Portare Salgado a Trento, per un progetto così articolato e complesso, e un sogno che si realizza – racconta la direttrice del Festival, Luana Bisesti. – È da diversi anni, infatti, che lavoriamo per coinvolgere il grande fotografo, e ci siamo finalmente riusciti: siamo oltremodo orgogliosi di essere riusciti a farlo lavorando in sinergia con i piu importanti attori della cultura e della scienza in Trentino, Mart e MUSE, all’insegna di quello spirito di collaborazione che da sempre contraddistingue il Trento Film Festival».

Svelate infine le date dell’edizione di Bolzano – realizzata grazie alla collaborazione con il Comune di Bolzano, la Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige, la sezione di Bolzano del CAI e tanti altri partner locali – con il tradizionale appuntamento primaverile dal 3 al 7 giugno e con la seconda fase autunnale il 22 e 23 ottobre 2025.

Come d’abitudine, il Trento Film Festival affianca alle consuete sezioni un programma speciale, dedicato a un tema specifico o a un particolare filone cinematografico. E quest’anno ha deciso di realizzare un focus sul Western di montagna, prendendo spunto dal centesimo anniversario della nascita di due grandi registi come Sam Peckinpah (Fresno, 21 febbraio 1925 – Inglewood, 28 dicembre 1984) e Robert Altman (Kansas City, 20 febbraio 1925 – Los Angeles, 20 novembre 2006), che con questo genere si sono cimentati.

Cinque i film in programma: The Last Of The Mohicans (L’ultimo dei Mohicani) di Maurice Tourneur e Clarence Brown (Stati Uniti, 1920), capolavoro del cinema muto che in occasione del Trento Film Festival sarà musicato dal vivo; The Far Country (Terra lontana), di Anthony Mann (Stati Uniti, 1954), ambientato nello Yukon ai tempi della corsa all’oro; Ride The High Country (Sfida nell’Alta Sierra), opera seconda di Sam Peckinpah (Stati Uniti,1962), anticipatore di molti anni del cambio di rotta che supererà definitivamente i canoni del western classico; Mccabe & Mrs. Miller (I compari) di Robert Altman (Stati Uniti, 1971), sorta di antiwestern che anticipa di quasi mezzo secolo il Tarantino di The Hateful Eight; Jeremiah Johnson (Corvo rosso non avrai il mio scalpo!), di Sydney Pollack (Stati Uniti,1972), incentrato sulla figura di un trapper veterano della guerra messico-statunitense, interpretato da Robert Redford

Cinque film dedicati all’epopea del West – o del nord est nel caso del Canada dei Mohicani – che ricordano come il genere più rappresentativo del cinema americano non sia solo deserto, sole e praterie, ma anche montagne, quelle innevate e impervie raccontate da maestri quali Mauric Tourneur, Anthony Mann, Sam Peckinpah, Robert Altman e Sydney Pollack“, spiega Mauro Gervasini, responsabile del programma cinematografico del Trento Film Festival.

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