“CAROL”: LA RECENSIONE

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id., Usa, 2015 Regia Todd Haynes Interpreti Cate Blanchett Rooney Mara, Kyle Chandler, Jake Lacy Distribuzione Lucky Red Durata 1h e 58′

In sala dal 

5 gennaio

Film Critica logoTherese, giovane impiegata in un grande magazzino nella Manhattan del 1952 sogna una vita più gratificante. Un giorno incontra Carol, una donna più matura, attraente ed elegante, intrappolata in un matrimonio senz’amore. Tra loro scatta un’intesa destinarsi a tramutarsi in un’autentica passione che cambierà la vita di entrambe.

Tratto dal romanzoThe Price of Salt che Patricia Highsmith vide pubblicato nel 1953 con lo pseudonimo di Claire Morgan, Carol costituisce un’altra preziosa tessera nell’affascinante puzzle che Hynes sta componendo per raccontare donne alle prese con una dolorosa emancipazione e la ridefinizione della propria identità, prigioniere di un soffocante microcosmo domestico, impegnate a liberarsi da oppressioni e disuguaglianze imposte dalle rigide regole sociali stabilite dagli uomini. Sullo sfondo di un’America alla vigilia di una profonda mutazione sociale, il regista mette a fuoco il prezzo del desiderio, l’infelicità che si è disposti ad abbracciare per vedere esauditi i propri sogni. Magnificamente interpretato dalla coppia Blanchett e Mara, il film gioca con i punti di vista, l’ideale e il reale, con una storia d’amore e ribellione alla cultura domestica di quegli anni, alla ricerca dell’artificiale bellezza dei melodrammi di Douglas Sirk, ma senza dimenticare la lezione di Rainer Fassbinder. La storia d’amore osservata dal punto di vista di Therese permette a Cate Blanchett a interpretare due personaggi, la Carol ideale, illuminata dal sogno e dal desiderio e la Carol reale, una donna alle prese con le difficoltà della vita. E gli abiti vintage delle due protagoniste affidate alle cure della costumista Sandy Powell aggiungono calore e texture a un film elegante e sofisticato.

Alessandra De Luca

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