Così, in un soffio, sono già passati 30 anni da quando l’F-14 di Maverick si è avvitato in picchiata, Goose è morto e Mav e Charlie si sono amati nella penombra sulle note di Take My Breath Away. Dal 1986, quando Top Gun di Tony Scott è uscito al cinema diventando rapidamente un cult da 356 milioni di dollari d’incasso e il film che ha lanciato Tom Cruise tra i superdivi di Hollywood, sono cambiate molte cose, anzi è cambiato quasi tutto, fuori e dentro il cinema.
Siamo cambiati anche noi spettatori: per questo sarà un’emozione nuova rivedere Top Gun in 3D, dal 26 al 28 settembre, grazie a QMI/Stardust. Un po’ sembrerà di rileggere in chiave contemporanea un classico dei giorni nostri, un po’ ci si sentirà davvero a bordo del leggendario F-14 Tomcat insieme a Pete “Maverick”/Tom Cruise, in quelle acrobatiche riprese aeree che Tony Scott aveva fortemente voluto insieme al produttore Jerry Bruckheimer, il primo ad avere l’idea di un film sull’addestramento dei piloti da caccia Top Gun (e sta anche meditando un sequel).
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In Top Gun ci sono tutti gli ingredienti che fotografano un’epoca, la metà degli anni ’80, dove il sogno americano era ancora possibile: c’era una generazione di giovani ancora pieni di ambizioni e aspettative per il futuro, sebbene provata dalle cicatrici ostinate della guerra del Vietnam con le quali fare i conti (Maverick non sa che fine ha fatto suo padre, pilota scomparso in battaglia proprio in quel conflitto), l’amore visto ancora come possibilità di riscatto, di pacificazione.
Oggi che l’America è un’altra, più disillusa e impaurita, cosa ci vedremo dentro? Anche se abbiamo la Vhs consumata e il Blu-ray di Top Gun sul ripiano del salotto, è meglio verificarlo in sala, con un paio di occhialetti addosso. Guardando al futuro col cinema senza tempo capace di farci sognare.
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