“Downsizing”: a Venezia 74 Matt Damon si fa piccolo piccolo

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La soluzione per il futuro dell’umanità? Ridurre la popolazione in scala 2744 a 1, ovvero dall’altezza di 1 e 80 a quella di 12,9 cm. Affascinato, Paul Safranek (from Omaha, Nebraska, proprio come l’autore), fisioterapista del lavoro, assieme alla moglie accetta di sottoporsi al trattamento. Ma al momento del “trapasso” la moglie si tira indietro e lui rimane solo, minuscolo e disperato in un paradiso tascabile. Ma tante cose gli riserva l’avvenire in questa lunghissima (ed è il difetto evidente) commedia drammatica, ovviamente molto più matura e adulta di quanto lo spunto alla Mi si sono ristretti i ragazzi faccia intravedere. Innanzitutto scoprirà che “tante persone stanno male in tanti modi diversi” e che ci sono otto motivi diversi per fare l’amore.

Matt Damon ha la faccia perbene che deve avere il protagonista di una fantastoria che si srotola dolcemente e con humour verso le prospettive più apocalittiche. Christopher Waltz (che ha le battute migliori del film) e Udo Kier sono i due suoi spiritosi e gaglioffi miliardari affaristi che gli daranno una mano. Kristen Wiig la moglie ingrata (impeccabile). Alexander Payne non sempre possiede la forza e la fermezza di tenere insieme soggetto, messaggio e architettura complessiva di realizzazione (in Paradiso Amaro e Nebraska ad esempio c’è riuscito alla grande), diciamo che comunque si tiene comunque sempre a buon livello di intelligenza e di leggibilità, come qui in Downsizing (prima in America a dicembre), commedia che riserva tanti momenti commoventi o riusciti, al netto della piacioneria e della facilità di colpi di scena troppo scontati.

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