INTERVISTA A MALIKA AYANE E GIOVANNI CACCAMO, LE VOCI DI “LAVA” DELLA PIXAR

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Due delle voci più intense del panorama musicale italiano hanno prestato il loro talento per il cortometraggio Lava di James Ford Murphy, che precederà la visione del nuovo capolavoro Disney Pixar Inside Out firmato da Pete Docter, applauditissimo al Festival di Cannes e nelle sale italiane il 16 settembre. Stiamo parlando di Malika Ayane e Giovanni Caccamo. I due, dopo aver lavorato insieme al brano Adesso qui (Nostalgico presente) presentato a Sanremo 2015 si ritrovano nuovamente insieme in un’avventura questa volta cinematografica, per interpretare l’adattamento italiano della canzone originale del corto, dando anima a due vulcani oceanici, Uku e Lele. Un piccolo gioiello sull’amore, sull’attesa, sulla consapevolezza e la speranza di quel tanto sognato lieto fine.

Come vi siete preparati a questa nuova sfida e qual è stato il vostro approccio con il doppiaggio?
Malika: Ci hanno chiesto di essere il più vicino possibile alla versione originale. In questo caso poi i valori da trasmettere sono molto importanti e quindi non ho mai dato così tanta attenzione anche a un sospiro e all’impronta emotiva che potesse avere. Dovevi far intuire che la speranza è più forte del rischio del fallimento. Giovanni è quello che ha fatto il grosso dl lavoro. Oltre alla sincronizzazione con il movimento delle “labbra” dei due vulcani la cosa che più ci ha stupito è riuscire ad essere naturali quando invece si sta facendo una fatica enorme. Dovevamo essere sorridenti, intonati e vibrare tanto perché c’è questa ispirazione hawaiana molto forte. È stata una bella prova.
Caccamo: E alla fine è stata una soddisfazione enorme.

Come vedete il ruolo del cinema oggi?
Malika: Io trovo che il cinema abbia il potere di educare un gran numero di persone. Se ci pensiamo sono già passati trent’anni dall’uscita dei Goonies di Richard Donner e credo sia stata un’opera che ha emozionato una generazione intera. Quando si pensa ai film da far vedere ai figli si cercano quelli che abbiano determinati messaggi, che non sono verbali, quindi penso che il cinema abbia una grande responsabilità per rendere migliore la società. Questa esperienza è stata per me una sorta di premio.
Caccamo: È bello mettersi al servizio di un messaggio più ampio di un progetto così globale e interessante.

lavaC’è stata una sorta di adattamento vocale per il corto?
Caccamo: Vocalmente mi sono adattato a quella che è l’esigenza del personaggio. In questo caso non è l’artista che sta davanti, ci sono due vulcani che hanno bisogno di qualcuno che riesca a restituire al pubblico ciò che proverebbero loro se potessero parlare.
Le persone che ti fanno da tutor in questo viaggio sono meravigliose, pazienti, professionali.

Come avete trovato Inside Out?
Malika:
Trovo che ora si producano moltissimi film di animazione, forse troppi, infatti alcuni rimangono in sala soltanto un fine settimana ed è per questo che è importante portare i bambini al cinema a vedere film che meritano il “biglietto”. Il bello di Inside Out è che racconta persone come noi, esseri umani che vivono questo disastro totale che è l’esistenza. I piccoli problemi a scuola, conoscere nuovi amici, il camion del trasloco che non arriva. È molto contemporaneo.
Caccamo: Infatti facendo l’analisi temporale del film si nota proprio che è un lasso di tempo molto corto, carico dell’intensità propria della vita quotidiana. Gira tutto intorno a questo trasloco e a un litigio che è metafora del disagio e dell’incapacità di essere sempre forti.

Quali quindi le esperienze che vi hanno segnato e fatto diventare gli artisti che siete?
Caccamo:
Mio padre è scomparso quando avevo undici anni e questo, attraverso la sua presenza indiretta, mi ha trasmesso una grande consapevolezza sul fatto che abbiamo opportunità meravigliose e ciò mi ha aiutato nel mio percorso a non scendere mai compromessi e rinunciare a tutto quello che riusciva a rendere il mio elettrocardiogramma movimentato.
Malika: L’esperienza alla Scala per me è stata fondamentale, dato che ci sono entrata da giovanissima. Con il passare degli anni però ho capito che mi sarei dovuta dedicare completamente a quello se avessi continuato il mio percorso all’interno del Teatro, ed ero troppo curiosa per farlo. Successivamente ogni volta che facevo un lavoro diverso, che mi permetteva magari di avere una certa autonomia, mi rendevo conto di quanto era stata preziosa la lezione ricevuta alla Scala: la fatica è alla base di qualsiasi cosa.

Qual’è il rapporto che avete con i cartoni animati della Disney e personaggio Pixar preferito??
Caccamo:
Ne ho visti tantissimi e a modo mio ne ho reinterpretati tanti, ho sempre sfruttato la voce per dar fastidio ai vicini diciamo (ride ndr). Tanti personaggi sono legati alla mia infanzia. Il mio preferito è Dory di Alla ricerca di Nemo.
Malika: I film Disney Pixar li trovo estremamente innovativi, con temi universali ed emozionanti, è stata secondo me una rivoluzione quella che hanno apportato nel panorama dei cartoni animati, anche grazie all’uso di effetti speciali pazzeschi, paragonabile a quella che a suo tempo fece Orson Welles. Senza ombra di dubbio il mio preferito è Mike Wazowski di Monsters&Co.

Rudy Ciligot