LA BATTAGLIA CONTINUA

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Dal 16 luglio arriva in sala Transformers 4 L’era dell’estinzione. Ciak vi porta in anteprima sul set con il re dei blockbuster Michael Bay tra esplosioni, auto-robot e un nuovo protagonista: Mark Wahlberg

di Andrea Cangioli

La giornata di Ciak sul set di Transformers 4 – L’era dell’estinzione inizia in modo esplosivo. All’ingresso veniamo accolti da cinque massicce deflagrazioni aeree, che scuotono la quiete mattutina di un angolo nascosto del Lago Michigan, e lasciano lunghe scie di fumo nel cielo. Non poteva esserci modo migliore per essere accolti nel mondo di Michael Bay, il regista che dei botti di proporzioni epiche ha – da sempre – fatto il marchio di fabbrica. Dietro i monitor, Bay segue con apprensione le complesse operazioni degli artificieri, e applaude il risultato finale con la gioia di un bambino iperattivo.
A lungo sembrava che la saga di Transformers fosse arrivata al capolinea con il terzo film e l’uscita di scena del cast guidato da Shia LaBeouf. Anche dopo che i produttori Steven Spielberg e Lorenzo di Bonaventura avevano annunciato un sequel, Bay ha rifiutato a lungo l’idea di tornare ad occuparsi dell’eterna lotta tra Autobots e Decepticons. Non sarebbe stato compito facile proseguire senza l’uomo considerato il creatore di un successo globale di queste proporzioni, nato in modo un po’ improbabile da una linea di giocattoli e da una serie tv, all’epoca del primo film (Transformers del 2007) ormai quasi dimenticate.
«Mi sto divertendo un mondo! », è la risposta di Bay, quando gli chiediamo cosa lo abbia convinto a tornare al timone del progetto. «Una volta che abbiamo trovato l’idea giusta era impossibile continuare a dire di no. Il primo film e questo sono i migliori e i più divertenti ». Bay insiste che Transformers 4 – L’era dell’estinzione non è stato immaginato come l’inizio di una nuova trilogia, ma non si sa mai. Â«È una specie di “origin story”, quasi un reboot. Capiremo molto di più da dove vengono i Transformers ».
Il nuovo capitolo comincia quattro anni dopo la disastrosa battaglia di Chicago che ha quasi causato la distruzione della Terra, con Cade Yeager (Mark Wahlberg), un meccanico e aspirante inventore, che scopre casualmente Optimus Prime, il capo degli Autobots, da sempre alleato degli umani. Se è facilmente immaginabile che prima o poi si scateni una nuova guerra tra bene e male, Michael Bay promette che in questa nuova avventura entreranno a sorpresa elementi più “taglienti”, e che la lotta tra i robot sarà complicata dall’ingresso in scena del governo USA (rappresentato dal personaggio interpretato da Kelsey Grammer) e di un imprenditore deciso a studiare il potenziale dei Transformers (Stanley Tucci). Â«È un film divertente, estivo, da vedere in compagnia, un popcorn movie », spiega Bay. «Ho voluto inserire più elementi di commedia, una storia più elaborata. Si parla anche di come forse il governo ci nasconde delle cose. Non credo di potermi definire un conspiracy theorist, ma credo che alla NASA sappiano molto più di noi sull’esistenza di vita extraterrestre… ».

«Ho inserito più elementi di commedia, ma c’è anche un mare di nuovi robot: in fin dei conti, è la base di Transformers ».
Michael Bay

Tutti sul set, da Michael Bay al responsabile degli effetti speciali, insistono che l’elemento umano è l’asse portante del film. Anche i robot, dice Bay, saranno più grandi e più potenti, ma avranno “un’anima”. E appariranno per la prima volta i Dinobots, robot dall’aspetto di dinosauri, alleati degli Autobots, che i fan aspettavano da tempo. «Ovviamente ci sono un mare di nuovi robot, con un ruolo molto forte, in fin dei conti è quella la base di Transformers ».
Il nuovo protagonista del film è Mark Wahlberg, che arriva all’appuntamento di umore scintillante, anche se ha l’aspetto di essere appena uscito da un incontro ravvicinato con i Decepticons. Gli abiti sono strappati, e ha numerose ferite finte, ma una mano è davvero conciata male, tanto che deve tenerla sotto un impacco di ghiaccio. Â«È un film duro quanto ad impegno fisico. Si corre tutto il tempo, ci sono inseguimenti in macchina, esplosioni. Però non vado più alla ricerca di emozioni forti come un tempo, sto più attento. Il week-end voglio tornare a casa tutto d’un pezzo, da mia moglie e dai miei quattro figli », dice l’attore.
Regista e protagonista avevano da poco lavorato insieme in Pain & Gain – Muscoli e denaro, storia di una gang criminale di culturisti, un po’ fuori dal canone di Bay, per le tematiche e per il budget relativamente basso.
Naturale chiedersi se su quel set sia nata una collaborazione duratura tra i due. «Michael mi ha chiamato mentre stava lavorando alla postproduzione di Pain & Gain, e mi ha chiesto se avrei preso in considerazione di fare parte del film. Ho detto subito sì, fermandolo prima ancora che si lanciasse nel discorsetto di presentazione. Non avevo neppure visto tutti i film della serie precedente, ma ero certo che sarebbe stato un gran divertimento, e che volevo girare ancora con Mike ».
Attore e produttore di serie A al cinema (The Fighter, Ted) e in tv (Entourage, Boardwalk Empire), oltre che imprenditore, l’istancabile Wahlberg non ha mai fatto mistero di voler provare anche la regia e ha spiegato a Ciak che, come “aspirante filmmaker”, ha voluto lavorare con Bay anche per continuare ad assorbire la  proverbiale capacità del regista  di domare set di tutte le dimensioni. «Mike ha la capacità di cogliere la visione d’insieme e di gestire personalmente ogni minuscolo dettaglio ».
In L’era dell’estinzione Mark, nel ruolo di Cade, è un padre single in difficoltà e aspirante inventore. «A un certo punto mi trovo alle prese con questa gigantesca follia. Non voglio rivelare come entro in contatto con i Transformers, diciamo che scopro qualcosa, e che la mia passione per la tecnologia mi mette seriamente nei guai ».
Cade è in apprensione per le sorti di una figlia adolescente (interpretata da Nicola Peltz) che frequenta un uomo più grande di lei. È un dettaglio della storia che appassiona Wahlberg in modo particolare: «Nel mezzo del panico generale, mi rendo conto che mia figlia mi ha mentito. Ha un ragazzo più grande di lei, che gareggia come pilota automobilistico. Al mio personaggio scatta l’istinto protettivo, perché è nata mentre sua madre ed io eravamo ancora al liceo. Il mio obiettivo è di farle finire la scuola, senza che commetta errori troppo grossi. Ho quattro figli, tra i quali una figlia adolescente, è naturale che mi sia immedesimato nel personaggio. Tanto più che da teen-ager ho fatto un mare di sciocchezze, e sono finito in galera, come è ben noto ».
Wahlberg ha anche spiegato di sentirsi completamente a suo agio con le scene in CGI, grazie all’esperienza di Ted, dove il coprotagonista è un orsacchiotto di pelouche parlante. Creato e diretto da Seth McFarlane (Family Guy) e prodotto dallo stesso Wahlberg, Ted è stato un enorme successo commerciale tanto che se ne sta preparando il sequel. «Con Ted mi sono abituato ad usare più l’immaginazione, a recitare da solo, e pensare che di fronte a me c’è qualcosa che sarà aggiunto solo in una fase successiva. È stata un’esperienza che mi ha fatto crescere molto come attore ».
Da qualche tempo c’è chi mette in dubbio l’efficacia del modello economico degli studios basato sui cosiddetti “tentpole movies”, i pochi, costosi film in grado di generare incassi tanto grandi da tenere in piedi tutto il sistema, come se fossero i pali di una tenda. Ultimamente si sono susseguiti diversi fiaschi clamorosi, che hanno lasciato buchi profondi nei bilanci. Nella sua doppia veste di attore e produttore, Wahlberg ha un osservatorio privilegiato sull’argomento: «Il pubblico è più smaliziato di quanto credano in molti. Penso che abbia annusato che in alcuni casi si trattava di imitazioni di quanto fatto da film come Transformers per cavalcarne il successo.  In quel tipo di cinema i leader sono James Cameron, Steven Spielberg e Michael Bay, c’è poco da discutere, sono stati loro gli innovatori, e loro continuano a fare evolvere il genere. Secondo me, Transformers 4 segnerà il nuovo standard ».