LE 10 SERIE TV DA NON PERDERE NEL 2015

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CONSTANTINE

Su Premium Crime dal 4 maggio

constantineAlan Moore è in assoluto l’autore di fumetti più profondo, più intelligente e più politco e capolavori come V per Vendetta e Watchmen lo confermano. Anche il detective del soprannaturale John Constantine, anche se la serie D.C. Hellblazer di cui è protagonista è stata scritta da altri, è una sua creatura: un personaggio unico, corroso dal senso di colpa, tabagista e alcolizzato, apertamente bisessuale. Il film del 2005 interpretato da Keanu Reeves lo aveva banalizzato, provocando il disinteresse del creatore (ma Moore ha sempre avuto un rapporto difficile col grande schermo) e l’ira dei fan. NBC ha deciso di essere assai più rispettosa, affidando il ruolo ad un attore inglese (Matt Ryan) e facendo girare a Neil Marshall (Il Trono di Spade) un pilot che ripercorre con estrema fedeltà le origini del personaggio. Siamo però nei tempi del politicamente corretto ad ogni costo, per cui John gioca con l’accendino ma non si accende neppure una sigaretta, mentre l’atmosfera magico/filosofica/sociale della serie a fumetti è sostituita da quelle horror light buone per teen-agers. Qualcosa, però, dell’anima ribalda di Moore sopravvive, e tanto basta.

DOCTOR WHO 8

Su Rai 4 dal 7 gennaio

doctor-whoInserire il Dottore fra i 10 serial da vedere nel 2015 è una questione di principio. In quanto Doctor Who è l’unico anello di congiunzione esistente fra la serialità che era (nostalgica, artigianale, naif) e la serialità che è. Nato nel 1963, protagonista di 26 stagioni (sia lode alla DNC per i cofanetti in dvd che spaziano dalle origini al presente), il Dottore è rinato nel 2003. Il bravo Peter Capaldi è il Dottore n.12, perché una delle caratteristiche del personaggio, un alieno che viaggia nel tempo e nello spazio, è di “morire” e rigenerarsi in un nuovo corpo, ovvero in un nuovo attore. Capaldi regala al personaggio nuova maturità, ambiguità e durezza, mentre il sempre straordinario Steven Moffat (quello di Sherlock) continua a mantenere la serie in perfetto equilibrio fra avventura, istrionismo teatrale, umoristico non sense. E, come sempre, si viaggia. Nel primo episodio si comincia con un tirannosauro nella Londra vittoriana.

FORTITUDE

Su Sky Atlantic dal 30 gennaio

fortitudeGirato in Islanda e co-prodotto dalla britannica Sky Atlantic e dall’americana Starz si preannuncia come la serie thriller-noir dell’anno. Fortitude è considerata il posto più sicuro della terra e il sindaco (Sofie Grabol, la protagonista della versione originale di The Killing, quella danese) sta lavorando al futuro turistico della cittadina, dove si sta per aprire una grande albergo. Ma a sconvolgere piani e tranquillità arriva un orribile omicidio, che, secondo tradizione, svelerà molti sgradevoli segreti. Oltre all’ambientazione, il punto di forza di questa nuova serie in 12 episodi è il cast, che vede schierati Richard Dormer (Il Trono di Spade) e Stanley Tucci nel ruolo di investigatori, Christopher Eccelson (The Leftlovers) come biologo della stazione artica e Michael Gambon (Harry Potter) fotografo naturalista che sa molte cose.

HANNIBAL 2

Su Premium Action dal 14 febbraio

Hannibal-2Preparatevi alla più intensa, profonda, disperata e crudele love story dell’anno televisivo. Ebbene sì: la seconda stagione di Hannibal è soprattutto questo. Ovviamente ci sono: serial killer, cadaveri a volontà (e pure qualcuno che “resuscita”), indagini, colpi di scena a volontà. E anche la gotica opprimente eleganza di stile a cui la serie tratta dai romanzi di Thomas Harris e (ri)creata da Bryan Fuller già ci aveva abituati. Ma l’elemento chiave è il rapporto sempre più intimo, esplicito e speculare che si crea fra lo psichiatra serial killer Lecter (Mads Mikkelsen) e il profiler capace di entrare nel cuore nero degli altri Will Graham (Hugh Dancy). L’idea, in effetti geniale, è di ritrovare il rapporto che legava ne Il silenzio degli innocenti, Hannibal/Hopkins a Clarice/Foster e renderlo ancora più estremo: due cuori messi a nudo che si riconoscono fin in fondo, senza segreti, senza finzioni. E che riconoscendosi, non possono che approdare ad una tragica fine dal sapore shakespeariano.

HEMLOCK GROVE

Su Mya dall’8 gennaio

hemlock-groveSi comincia col cadavere orrendamente smembrato di una ragazza. In cima alla lista dei sospettati finiscono due adolescenti: Roman, erede di una potente famiglia proprietaria di un’industria farmaceutica (all’interno della quale si fanno orribili esperimenti su cavie umane) e il misterioso zingaro Peter, che in realtà è un licantropo. Se aggiungete che il produttore/regista di questa serie targata Netflix (da noi comincia ora, ma in Usa è già in cantiere la terza stagione, che chiude la storia) si chiama Eli Roth, ovvero il re dello splatter (vedi Cabin Fever e il famigerato Hostel) uno già si immagina come sarà questa serie, al meglio un True Blood (sì, ci sono anche i vampiri) magari più libero ed efferato. Al contrario Hemlock Grove, da un romanzo crime-horror di Brian McGreevy che l’ha adattato per il piccolo schermo, si rivela fin dal pilot qualcosa del tutto imprevedibile. Nero, ovviamente, e (moderatamente) sanguinolento, ma anche eccentrico, onirico, classicamente gotico, a tratti veramente inquietante. E con una galleria di personaggi da brivido, a partire dalla matrigna/dark lady Franke Janssen.

THE HONOURABLE WOMAN

Su Sky Atlantic dal 17 febbraio

The-Honourable-WomanDa bambina, l’anglo-israeliana Nessa Stein ha visto morire assassinato suo padre, industriale delle armi. E nessuno ha mai scoperto il colpevole. Crescendo è diventata una donna d’affari, ma con animo idealista e ha creato una fondazione, che intende favorire il dialogo e la pace fra israeliani e palestinesi. Proprio in giorno in cui Nessa si trova in parlamento per ricevere il titolo di duchessa, un importante palestinese, con il quale ha appena firmato un contratto, viene assassinato. E la donna si ritrova dentro una spy story fra intrighi, misteri, rapimenti, assassini, bombe e check point. Scritta da Hugo Blick (The Shadow Line) e intepretata (con estrema eleganza) da Maggie Gyllenhaal al suo debutto seriale, questa mini-serie in 8 episodi è andata in onda su BBC TWO e, in Usa, su Sundance Tv. Raffinata e rareffatta, trasmette un senso di ansia, incertezza e pericolo. Saggiamente, il New York Times l’ha paragonata ad un romanzo di Le Carrè.

iZombie

Su Mya dal 24 marzo

iZombieposter-1L’ultimo indubitabile segno, fortunatamente comico, è The Walking Rat, ovvero tre numeri speciali del celebre irresistibile Rat-Man (il primo in edicola il 17 gennaio) in cui il personaggio di Leo Ortolani si trova circondato da un’orda di (ratti) non morti. La zombie mania generata dal fenomeno The Walking Dead avanza implacabile, fra spin-off (Z-Nation), serie generate dal cinema (Resident Evil) e remake (The Returned, versione britannica del raffinato Les revenants). Nell’universo delle zombie-serie, questa creata dalla brillante coppia di Veronica Mars, Rob Thomas e Diane Ruggiero, e tratta da una serie di fumetti D.C./Vertigo, rappresenta la versione più teen e più light. Protagonista è infatti una zombie buona, la studentessa di medicina Liv che, per non uccidere e placare la sua fame, va a lavorare nell’ufficio del coroner, dove trova cervelli in abbondanza. Oltre al nutrimento, però, Liv riceve anche i ricordi di quei corpi assassinati. Così la ragazza comincia a lavorare con un detective per risolvere omicidi insoluti.

 

OLIVE KITTERIDGE

Su Sky Cinema 1, il 23 e il 30 gennaio

Olive-KitteridgeHBO (vedi l’indimenticabile Mildred Pierce) continua a produrre mini-serie che sono assai meglio di gran parte del cinema che passa in sala. Questa, composta da quattro puntate dirette da Lisa Cholodenko (I ragazzi stanno bene) è tratta dall’amonimo libro premio Pulitzer di Elizabeth Strout (Fazi editore), dalla bella struttura originale: invece di un romanzo lineare, tredici racconti che vanno avanti e indietro nel tempo, raccontando momenti essenziali nella vita di Olive Kitteridge, insegnante di matematica che vive in una cittadina del Maine, con marito farmacista e figlio difficile. La mini-serie ne utilizza solo sei, creando una struttura a flashback. Vita quotidiana, fra brevi luci di felicità e infiniti rimpianti, con un personaggio ruvido e pragmatico, che gradualmente rivela tenerezza e umanità. Anche se i comprimari (Richard Jenkins, Bill Murray, Peter Mullan, Zoe Kazan) sono tutti ad alto livello, la protagonista Frances McDormand è straordinaria.

LE REGOLE DEL DELITTO PERFETTO

Su Fox dal 21 gennaio

le-regole-del-delitto-perfettoShonda Rhimes ha creato la longeva Gray’s Anathomy, poi ha alzato decisamente il tiro con Scandal, sui giochi di potere cinici e bari della politica. Con Le regole del delitto perfetto usa lo stesso bisturi con il mondo della giustizia forense: la fa letteralmente a pezzi. Protagonista è una docente di Diritto penale (la brava Viola Davis) che insegna ai suoi studenti come si diventa “bravi” avvocati, screditando i testimoni, seppellendo le prove, creando nuovi sospetti, in modo tale che il proprio cliente esca indenne dal processo, anche se è un assassino. Nel primo episodio, mette alla prova l’intera classe in un processo e sceglie i migliori che andranno a lavorare nel suo studio. Peccato che i sei giovani prescelti – colpo di scena beffardo del pilot – abbiano pure loro parecchio da nascondere.

 

 

WAYWARD PINES

Su Fox dal 14 maggio

Wayward-Pines1M. Night Shyamalan ha, quello che si dice “un grande avvenire dietro le spalle” : nel 1999, grazie a Il sesto senso, era considerato il nuovo grande genio del cinema fantastico-thriller, da Lady in the water (2006) non ne ha più imbroccata una. Ma la serialità, oltre che ha permettere a tipi come Fincher o Soderbergh può essere una preziosa occasione di rinascita. Wayward Pienes ha tutte le carte in regola per rilanciare la carriera di Shyamalan. Prima fra tutte, una cosa che ultimamente gli è mancata: una storia solida. La serie in 10 episodi è infatti tratta dal romanzo di Blake Crouch, edito in Italia da Sperling e Kupfer (in realtà, trattasi di trilogia), che, per sua stessa ammissione, si è ispirato a Twin Peaks, anche se poi, pagina dopo pagina, si avvicina assai più a Stephen King e a Lost, mescolando abilmente thriller psicologico, misteri paranormali e un pizzico di horror. Protagonista è un agente dei servizi segreti in viaggio verso una ridente cittadina dell’Idaho, Wayward Pines appunto, per ritrovare una coppia di colleghi svaniti nel nulla. Vittima di un incidente stradale, e, ben presto, non solo scopre di non poter comunicare con il mondo esterno, ma di non potersene neppure andare dalla cittadina, circondata da un’inquietante recinzione elettrificata. E non è che l’inizio. Notevole il cast. Oltre al protagonista Matt Dillon, ci sono Melissa Leo, Juliette Lewis (l’unica che sembra volerlo aiutare) e Terrence Howard. La serie debutterà in contemporanea in 125 paesi. Un record.

Stefano Lusardi