“Metti una notte”, la commedia irresistibile dove Amanda Lear diventa nonna

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Tra i film italiani più interessanti visti nella sezione Alice nella Città della Festa di Roma: Metti una notte, opera prima di Cosimo Messeri. È una commedia bislacca e d’altri tempi (non a caso c’è anche una sorpresa-ode al newromanticismo). Messeri oscilla tra il fumetto stralunato (a tratti pazienziano) e un sapore da cinema americano “tutto in una notte”, mostrando anche una capacità originale e notevole per la battuta fulminante (la scena della busta consegnata ai camorristi è irresistibile).

Racconta la storia di Martino (interpretato dallo stesso autore), giovane entomologo svizzero venuto a Roma per trovare lo zio. Come favore a quest’ultimo, accetta di fare da babysitter a una bambina e all’esuberantissima nonna Lulù (strepitosa Amanda Lear). Martino però vuole anche aiutare Tea, suo amore d’infanzia, che deve del denaro ad alcuni loschi figuri. Si ritroverà dunque a vagare per locali notturni e bettole di criminali, sempre accompagnato dalla bambina e da Lulù, in una girandola di situazioni tra l’onirico e il paradosso.

Cosimo Messeri, di cui compare anche il padre Marco nei panni del buffo mago Stellini, possiede un umorismo bizzarro, spesso efficace. Mette a fuoco un candore che sembra in via d’estinzione. Attori e attrici tutti in parte, compresa la bella Cristiana Capotondi nei panni della vera babysitter di Linda, che dovrà assentarsi dalla partita di pallavolo per aiutare questa ghenga malassortita.

Luca Barnabé

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