ROMAFF10: “SHOWBIZ”, AGGRAPPATI A UN’ILLUSIONE

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Dopo l’esordio con Pezzi, Luca Ferrari torna con un documentario, Showbiz, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Hidden City, dedicato ad un altro profilo di Roma, quello delle tv private, delle periferie del mondo dello spettacolo, mostrate attraverso quattro protagonisti che quella scena l’hanno vissuta in prima persona

ShowbizValerio Mastandrea, in veste in produttore, insieme a Paolo Bogna e Simone Isola per Kimerafilm, (lo stesso team di Non essere cattivo) lo definisce «il lato b de La Grande Bellezza ». E Showbiz, il nuovo documentario di Luca Ferrari, dopo l’esordio, datato 2013, con Pezzi, incentrato sulla bisca del Laurentino 38, con la pellicola Premio Oscar di Paolo Sorrentino condivide una malinconia straziante data da personaggi decadenti, aggrappati ad un’illusione. Per Riccardo Modesti, Shultz, Stefano Natale e Massimo Marino quell’illusione è il puntino rosso di una telecamera accesa, un’ospitata, una cena in compagnia in un salotto romano o una notte passata in discoteca «per dimenticare ». Protagonisti della periferia del mondo dello spettacolo di emittenti private romane (Modesti con I protagonisti della notte e Marino con Viviroma), personaggi nati nel salotto del Maurizio Costanzo Show (il microfonista Shultz), o, come nel caso di Stefano Natale, amico d’infanzia di Carlo Verdone, ispiratore di un personaggio cinematografico (Mimmo di Un sacco bello) sono seguiti da Ferrari nella loro quotidianità. Una quotidianità prettamente notturna, vissuta tra locali, lavoro o solitudine tra il centro e la periferia di Roma.

Showbiz«Il mio è stato anche un lavoro di scoperta. Non c’è stata una riga scritta di copione. Li ho raccontati in presa diretta, come si proponevano. Anche in fase di ripresa, gli ho sempre detto che c’era malinconia nelle loro vite e gli ho raccontato il grande cinema italiano, non perché mi volessi fare grande, dicendogli, per sintesi, che volevo fare qualcosa a La Grande Bellezza, che è anche un film malinconico, dove c’è solitudine » ci racconta il regista alla conclusione della proiezione organizzata all’interno della sezione Hidden City della Festa del Cinema. Tra locali di strip tease dove donne senza espressioni si toccano, mostrando corpi privati della loro carica erotica da gesti meccanici, concorsi di Miss Intimo organizzati tra i tavoli di un ristorante con madri orgogliose che riprendono tutto con il cellulare, luci stroboscopiche, pornodive e cene solitarie fatte di un piatto di pasta riscaldato in padella, Showbiz mostra senza giudicare, sempre un passo indietro, descrivendo un altro profilo ancora della Capitale. Non c’è cinismo nell’operazione di Luca Ferrari, non c’è intento di scherno. Al contrario, si avverte una certa tenerezza per quei suoi protagonisti che lascia liberi di esprimersi nella loro spontaneità, nei loro pensieri o riflessioni, intrappolati dentro il ricordo di un passato dal quale faticano a congedarsi. Personaggi tragici, dei Dorian Gray di periferia.

Manuela Santacatterina