Dopo il passaggio alla scorsa Mostra di Venezia e al Biografilm 2025, nell’ambito dell’appuntamento TopDoc dedicato ai grandi documentari internazionali, il futuro di 2073 – Ultima chiamata di Asif Kapadia arriva al cinema con una vicenda post-apocalittica e insieme attualissima che Filmclub Distribuzione, con Minerva Pictures e Rarovideo Channel, presentano al pubblico italiano in un’uscita evento per i soli giorni di 16, 17 e 18 giugno.
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Un’opera magnifica e visionaria che arriva dopo il premio Oscar per il documentario Amy sulla vita di Amy Winehouse (oltre a quelli su Senna, Diego Maradona e Roger Federer) e che regala una perturbante visione del futuro che ci aspettta, controllato da ultraliberisti, dittatori e tecnogeek. Un mondo non troppo lontano dal nostro – quello di una distopica New San Francisco nell’anno 2073 – trasformato dai cambiamenti climatici, dalle tensioni sociali, dall’ascesa di regimi autoritari e da un’evoluzione tecnologica fuori controllo,
In questa realtà militarizzata si muove clandestinamente la solitaria Ghost, interpretata dalla candidata al Premio Oscar Samantha Morton: tenace custode dei ricordi di un mondo perduto per sempre: il nostro presente. Coraggiosa Sibilla che ci invita ad agire finché si può, è lei la portatrice dell’intento ultimo del film, di invitare lo spettatore a riflettere sul presente, attraverso la lente di un futuro che è già qui.
Il film esce nelle sale di tutta Italia con il patrocinio di Amnesty International, che ha deciso di sostenere la release con questa motivazione:
“Questo film è un monito sul futuro completo collasso del sistema di protezione dei diritti umani, di cui già oggi siamo parzialmente testimoni: attacchi alle popolazioni civili, repressione degli spazi di libertà individuale e collettiva, autocrazie e tecnocrazie, devastazione dell’ambiente, progressiva perdita di umanità e compassione. 2073 mostra il futuro dove non possiamo e non dobbiamo arrivare, ma ci dice anche che il presente che stiamo vivendo è l’ultima chiamata per una necessaria presa di coscienza collettiva”.
L’intreccio di realtà e finzione che rende unico questo film, e potente il monito che contiene, è reso grazie a un misto di filmati d’archivio e finzione narrativa a cavallo tra generi diversi, con il quale Asif Kapadia ci ricorda i terrificanti pericoli che rischiamo di viveere: il declino della democrazia, l’ascesa del neofascismo, il disastro climatico e il dilagare dei sistemi di sorveglianza. “Questa non è fantascienza, – ci ammonisce, – è il mondo in cui viviamo“.