Alla Festa arriva la seconda stagione di Romulus, la serie targata Sky

Romolus II - La guerra per Roma, è il secondo capitolo della serie Sky Original firmata da Matteo Rovere, raccontata in otto nuovi episodi

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Roma riavvolge il nastro e torna indietro alla sua fondazione. Nel secondo capitolo della serie targata Sky, al debutto il 21 ottobre, diretta da  Matteo Rovere con Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale, già registi della prima stagione, e da Francesca Mazzoleni si racconta la nascita di Roma attraverso gli occhi, la sofferenza e la speranza di tre ragazzi. «Il senso di portare avanti una serie è l’idea di partire da un mondo che avevamo fondato durante la prima stagione e usarlo come blocco di partenza per regalare al pubblico qualcosa che fosse di più  – spiega Matteo Rovere –  C’era l’idea di creare l’avventura con tensioni umane e emotive molto forti, pur conservando quella natura arcaica e complessa che questa serie propone. Cerchiamo di fare intrattenimento popolare trattando una materia che si presta a un sogno che avevo da bambino, quindi l’azione, l’epica, una serie di archetipi che Romulus offre e di cui sono orgoglioso». 

Girata in protolatino come la prima, questa seconda stagione troverà una risposta a una domanda importante: chi sarà il re di Roma? 

«Abbiamo posticipato il momento in cui Romolo e Remo si uccideranno per raccontare la crisi interna al nuovo ordine – sottolinea Guido Iuculano sceneggiatore insieme a Filippo Gravino, Flaminia Gressi e Federico Gnesini. – L’elemento potente è la domanda che aleggia, ovvero chi sarà il Re di Roma? La serie si chiama Romulus, ma non c’è un personaggio che si chiama così, perché avevamo già in mente che uno dei nostri protagonisti sarebbe diventato Romulus, ma chi di loro prevarrà?»

Dal ratte delle Sabine, gli otto episodi arriveranno a una conclusione attesa da tempo gli spettatori.  «La grande intuizione che abbiamo avuto è stata quella di capire che il male non è più il passato, ovvero la stirpe, ma lo straniero, visto con ambiguità e mistero – aggiunge Filippo Gravino –  Riportandolo al mito questo antagonista è quello che viene chiamato il momento del ratto delle sabine e da questa origine mitologica abbiamo dipanato la nuova stagione». 

Ai protagonisti della prima stagione Andrea Arcangeli (Yemos), Marianna Fontana (Ilia) e Francesco Di Napoli (Wiros) si aggiungono Valentina Bellè nei panni di Ersilia, a capo delle sacerdotesse Sabine; Emanuele Maria Di Stefano  che interpreta il re dei Sabini Tito Tazio, figlio del Dio Sancos, il più potente nemico di Roma; Max Malatesta è Sabos, consigliere e braccio destro del re dei Sabini; Ludovica Nasti veste i panni di Vibia, la più giovane fra le sacerdotesse Sabine; mentre Giancarlo Commare è Atys, il giovane re di Satricum. Tornano anche Sergio Romano (Amulius), Demetra Avincola (Deftri) e Vanessa Scalera (Silvia).

«In questa seconda stagione sapevamo cosa ci aspettasse, ma è stata più emozionante, con più colpi di scena – sottolinea Marianna Fontana – Il mio personaggio, Ilia si relaziona ad altri personaggi, crea dei rapporti che prima non aveva, deve iniziare una nuova vita e nasconde un grande segreto».  «Stavolta  ho avuto un approccio inverso con il mio personaggio – aggiunge Francesco Di Napoli – Nella prima ho cercato di interpretare un Wiros pauroso, mentre in questo secondo capitolo, diventando un co-fondatore insieme a Yemos di Roma, ho cercato di dargli una sicurezza degna di un re». 

La scelta di girare l’intera serie in protolatino è stata fin da subito appoggiata dal produttore della serie Riccardo Tozzi, nonostante le evidenti difficoltà, visto le puntate sono state venduta anche in più di 40 territori. «Ormai c’è un enorme mercato delle serie con i sottotitoli», afferma Tozzi. «Ho scelto il protolatino perch  volevo restituire un’esperienza che ci allontanasse dal divano comodo e ci portasse in quelle paludi fredde fatte di suoni – conclude Rovere – E la voce è uno di questi».